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ITALIATerremoto, gli sfollati nelle Marche sono 25'000

30.10.16 - 19:31
Renzi e Mattarella: «Ricostruiremo tutto, niente tende. I soldi ci sono»
Terremoto, gli sfollati nelle Marche sono 25'000
Renzi e Mattarella: «Ricostruiremo tutto, niente tende. I soldi ci sono»

CASTELSANTANGELO - Il numero degli sfollati è salito nelle Marche a 25mila: è il dato aggiornato rilevato dai tecnici della Protezione civile dopo l'ultima scossa di terremoto. «Il numero - commenta il presidente della regione Luca Ceriscioli - è più che raddoppiato rispetto all'inizio del sisma. Ed è variabile, nel senso che dobbiamo considerare chi è ancora in casa e dovrà uscire e chi viceversa chi potrà rientrare. Ma è un numero enorme di persone».

Ricostruiremo tutto - Niente vittime. Il sollievo, per il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e il premier Matteo Renzi, finisce qua. Il resto è dolore, sostegno e solidarietà, irrobustiti dalla promessa che si ricostruirà tutto, «com'era e dov'era». Guardando alle comunità piegate dal nuovo terremoto, più che ai lacci della burocrazia.

Matteo Renzi ha urgenza di dirlo subito, cancella ogni impegno e da Palazzo Chigi racconta al paese la «gravità impressionante del sisma», il peggiore dal terremoto dell'Irpinia. «Noi ricostruiremo tutto - promette - case, chiese ed esercizi commerciali. Sono territori meravigliosi. Non possiamo avere uno sguardo burocratico. Dobbiamo sistemare il ritorno alla vita di persone, storie, comunità. Pensare alla bellezza, al futuro. Norcia, Camerino: qui c'è un pezzo di identità italiana, l'anima di questo Paese. E quando l'anima è inquieta il Paese soffre».

Europa solidale -  «Lo do per scontato», taglia corto Renzi mentre il commissario Ue per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi Christos Stylianidis, assicura in pomeriggio che l'Ue è «pronta ad aiutare». Ma - perchè a Bruxelles un 'ma' c'è sempre - non nasconde che si dovrà valutare: «Stiamo monitorando attentamente l'impatto del nuovo terremoto in Italia».

Invece Renzi ha fretta e lo dice in modo spiccio. «Penso alla chiesa di San Benedetto crollata a Norcia. San Benwdetto è il patrono d'Europa. E oggi Europa significa ricostruire com'era tutto il territorio devastato dal terremoto e un pezzo d'identità italiana». «Non faremo nessun tipo di passo indietro, non faremo sconti di nessun genere - promette Renzi -. Quello che serve lo prendiamo, abbiamo spazio - scandisce - per poterle prendere nel bilancio e non abbiamo nessun tipo di riguardo per le regole tecnocratiche che negherebbero l'idea stessa di identità del Paese e del territorio». E se serve di più «l'Italia non lesinerà, non lesinerà nella ricostruzione dei luoghi che sono la nostra anima. E se l'anima è inquieta anche il Paese sta male...».

Niente tende, si ricostruirà tutto, garantisce dunque Renzi che per domani ha convocato il consiglio dei ministri straordinario. «Pensiamo di intervenire fin dalla fase emendativa nel decreto legge terremoto per un allargamento dell'area del cratere - spiega -. Nessuno deve pensare di essere lasciato fuori. Non c'è un problema di risorse. Quello che servirà siamo impegnati a metterlo in campo. L'importante è che dolore profondo, stress, stanchezza, non si trasformino in rassegnazione per questo popolazioni».

Per questo tanto il premier Renzi quanto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella da Israele fanno appello all'unità. «Faccio appello alle forze politiche a evitare polemiche assurde e divisioni - dice il primo -. Ora riconosciamo le priorità: un conto sono le divisioni tra i partiti, legittime e sale della democrazia, altra cosa sono le polemiche sul terremoto. Ora le forze politiche smettano di litigare e siano unite, c'è in ballo l'Italia».

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella, dalla sua visita di stato in Israele, assicura la ricostruzione del territorio. «Occorre il contributo di tutti: di ogni territorio, di ogni parte, di ogni opinione perchè a tanti concittadini in difficoltà venga garantito il diritto di poter vivere con tranquillità nelle proprie case», è l'appello accorato del Presidente.

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