BELGRADO - Tutti i migranti e profughi, circa 300, che ieri avevano deciso di incamminarsi e raggiungere a piedi da Belgrado il confine con l'Ungheria per chiedere alle autorità di Budapest di aprire la frontiere, hanno rinunciato al prosieguo della marcia e hanno fatto ritorno o stanno facendo ritorno nella capitale serba.
Nel darne notizia, l'agenzia FoNet riferisce che la rinuncia è avvenuta dopo un incontro che i migranti hanno avuto con un rappresentante del commissariato serbo per i profughi. I migranti hanno trascorso la notte, con pioggia e temperature rigide, in una stazione di servizio nei pressi di Indjija, una cinquantina di chilometri a nord di Belgrado, con il commissariato che ha organizzato il loro trasporto a Belgrado a bordo di autobus.
Non è escluso tuttavia, come riferito da taluni media, che alcuni dei migranti abbiano raggiunto Subotica, la città serba al confine ungherese, a bordo di regolari mezzi di trasporto, come autobus o taxi. Essi tuttavia, come prevede la normativa serba, sono tenuti a stare nei centri di accoglienza in attesa di presentare domanda di asilo all'Ungheria, che ne fa entrare non più di trenta al giorno.
Secondo il commissario per i profughi Vladimir Cucic, i migranti partiti a piedi da Belgrado sarebbero stati "manipolati", e l'emittente locale N1 ha riferito di aver notato due non meglio definite 'attiviste di Svizzera e Cile' che avrebbero convinto i migranti ad attuare la loro azione.