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STATI UNITI Bomba di New York, il secondo ordigno è simile alle bombe della maratona di Boston

18.09.16 - 14:51
Nell'esplosione nel quartiere di Chelsea sono rimaste ferite 29 persone
Bomba di New York, il secondo ordigno è simile alle bombe della maratona di Boston
Nell'esplosione nel quartiere di Chelsea sono rimaste ferite 29 persone

NEW YORK - La bomba-pentola a pressione trovata a pochi isolati di distanza dal luogo dell'esplosione di ieri sera a Manhattan era simile ad almeno uno degli ordigni fatti esplodere nel 2013 durante la maratona di Boston. Anche in quel caso, infatti, fu usato almeno un ordigno esplosivo artigianale realizzato con pentole a pressione. Quella di New York, che si trovava in una busta di plastica, aveva dei fili collegata a un telefono cellulare.

Feriti dimessi - Undici degli almeno 29 feriti ricoverati sono stati già dimessi dal Bellevue Hospital di Manhattan. Lo riportano i media Usa, confermando che non ci sarebbero persone in pericolo di vita.

Pezzo di carta - Un pezzo di carta con qualcosa scritto sopra è stato trovato sulla 27esima strada vicino al secondo possibile ordigno, la pentola a pressione simile a quella usata per l'attentato alla maratona di Boston. Lo riferisce la Cnn. Si è poi appreso che un video sembra mostrare una persona vicina al luogo dove è avvenuta l'esplosione e gli investigatori stanno cercando di capire se l'individuo è legato alla deflagrazione.

L'esplosione spezza un caldo e affollato sabato sera, nel cuore di Manhattan. Il boato, che in tanti su Twitter raccontano di aver sentito anche da molto lontano. Poi l'intensificarsi delle sirene, gli elicotteri, le prime immagini in diretta tv, le telefonate di amici e parenti preoccupati.

Il quartiere di Chelsea scosso dalla paura che torna. Il luogo dell'esplosione subito transennato, le ambulanze e un enorme dispiegamento di polizia e vigili del fuoco. Ma New York non si fa immobilizzare. E sembra quasi un normale, caotico, sabato sera, a osservare la città in taxi, tentando di raggiungere il luogo dell'esplosione dall'Upper West Side, attraverso la Columbus Circle, Times Square, la Fifth Avenue.

L'esplosione avviene intorno alle 20.30 locali, le 2.30 in Svizzera, sulla 23esima strada, tra la Sesta e la Settima Avenue. È una zona affollata di locali, molto frequentata anche dai turisti. Da oggi in città arriveranno oltre 150 leader mondiali per l'Assemblea generale dell'Onu. Si diffonde la notizia che Barack Obama e Hillary Clinton siano poco distanti, per un evento elettorale: non è vero, sono a Washington.

Ma l'attentato terroristico è il primo pensiero, al diffondersi della notizia. Arriva presto la conferma che si sia trattato di un ordigno. Ma ci si aggrappa a lungo alla speranza che si sia trattato di un terribile incidente, una fuga di gas. L'area viene subito transennata dalla polizia, che via Twitter invita i newyorkesi a tenersi alla larga dalla zona. I volti di passanti, curiosi e abitanti di Chelsea sono preoccupati, impauriti. Sguardi tesi, domande preoccupate.

Il boato, raccontano, ha spezzato il respiro. Nelle prime parole dei feriti non gravi, lo shock e l'orrore: «È successo in fretta, sono stata sbalzata in aria e buttata a terra. Ho realizzato che scorreva sangue sul mio viso», racconta una donna ferita. Alle 23 una folla di curiosi si ferma a osservare la conferenza stampa in strada, a pochi passi dal luogo dello scoppio: il sindaco Bill De Blasio spiega che «non vi sono prove di una connessione terroristica», ma l'atto è stato «intenzionale».

Un secondo ordigno viene disinnescato, il terzo è un falso allarme. L'area è bloccata, il traffico deviato, le sirene ininterrotte. Ma la polizia è cordiale, dà informazioni, tranquillizza. Si riesce a raggiungere in taxi il Flatiron Building, il noto palazzo che fa da angolo a due strade, e poi a percorrere a piedi la 24esima strada e affacciarsi sulla Sesta Avenue: i feriti sono stati subito portati negli ospedali vicini, gli investigatori sono al lavoro.

Intorno alla mezzanotte il cuore di Chelsea è ancora bloccato, attonito. Ma intorno New York non si ferma, non si è mai fermata: file davanti ai locali, ristoranti pieni, strade affollate. Uno sguardo alle notizie sugli smartphone e la vita che scorre, nonostante tutto.

 

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