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COREA DEL NORD50’000 volantini propagandistici inviati con dei palloncini verso la Corea del Nord

26.03.16 - 16:30
Lo slogan recita: «Fate cadere un diluvio infuocato sul forsennato nucleare Kim Jong-un»
50’000 volantini propagandistici inviati con dei palloncini verso la Corea del Nord
Lo slogan recita: «Fate cadere un diluvio infuocato sul forsennato nucleare Kim Jong-un»

PYONGYANG - Dei militanti sudcoreani hanno lanciato oggi decine di migliaia di volantini verso la Corea del Nord. Un’iniziativa che rischia di aggravare le tensioni tra i due paesi.

Questi attivisti, ai quali si sono aggiunti numerosi nordcoreani “macchiatisi” di defezione, ogni anno inviano migliaia di volantini nel territorio della Corea del Nord grazie a dei palloncini gonfiati con dell’elio.

Questo metodo di propaganda, alla quale anche Pyongyang aveva ricorso, è riuscito a far irritare i piani alti del governo nordcoreano.

50’000 volantini - Park Sang-hak, un nordcoreano divenuto militante, e i suoi amici hanno inviato circa 50’000 volantini con l’ausilio di tre grandi palloni dalla città di Paju, vicino alla frontiera con la Corea del Nord, con il fine di segnalare l’anniversario dell’uccisione di 46 marins sud-coreani nel 2010.

Seul aveva accusato Pyongyang degli omicidi e aveva interrotto il commercio e gli investimenti nel paese.

Striscione e slogan - Uno dei tre palloni era collegato a un enorme striscione con l’immagine sorridente del leader nordcoreano Kim Jong, sullo sfondo un missile in assemblaggio e lo slogan «Fate cadere un diluvio infuocato sul forsennato nucleare Kim Jong-un».

«Prevediamo di lanciare circa 10 milioni di volantini verso la Corea del Nord nei prossimi tre mesi per condannare gli esperimenti nucleari» ha spiegato M. Park alla stampa.

Nell’ottobre 2014 le guardi di confine nordcoreane avevano sparato a uno dei palloni, fatto che provocò uno scontro a fuoco tra i due paesi.

Minacce a Seul - Il regime di Kim Jong-un, infatti, ha minacciato anche la Corea del Sud, affermando di essere pronta a colpire il palazzo presidenziale di Seul se il presidente Park Geun-hye non chiederà scusa per il "tradimento" e non giustizierà in pubblico i funzionari responsabili di ciò che ha definito piani per attaccare la propria leadership.

L'avvertimento è stato lanciato dai media statali per conto di una unità dell'Esercito del Popolo Coreano ed è l'ultima - in ordine di tempo - di una serie di minacce contro Washington e Seul legate alle esercitazioni militari congiunte in corso che il Nord vede come una prova generale di invasione.

Le esercitazioni avvengono ogni anno, ma la tensione è particolarmente alta questa volta perché si tratta non solo delle più imponenti mai realizzate, ma anche perché seguono il recente test nucleare della Corea del Nord ed il lancio di un missile balistico.

A rendere più incendiaria la situazione ci sono le notizie pubblicate dai media sudcoreani secondo cui le esercitazioni di quest'anno includono un addestramento per un attacco volto a "decapitare" la leadership nordcoreana. Di qui la minaccia al presidente Park Geun-hye: il regime ha sottolineato che il palazzo presidenziale si trova nel raggio d'azione delle unità di artiglieria di Pyongyang e che nel caso l'ordine fosse dato la sua esecuzione sarebbe "a portata di click".

Tuttavia, secondo molti esperti gli attacchi contro Seul e Washington sono altamente improbabili: il Nord non è nuovo a queste minacce, alle quali però non ha mai fatto seguito.

 

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