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STATI UNITIEntriamo nel Luna Park abbandonato: ieri giostre, oggi caimani e serpenti

07.02.16 - 10:58
Viaggio (anche fotografico) in un luogo adrenalinico a New Orleans
Entriamo nel Luna Park abbandonato: ieri giostre, oggi caimani e serpenti
Viaggio (anche fotografico) in un luogo adrenalinico a New Orleans

NEW ORLEANS - Spesso una recinzione e un divieto al posto di fermarci accendono in noi un desiderio di scoperta e avventura. Ecco perché un Luna Park abbandonato negli Stati Uniti si trasforma subito nella location ideale per passare un paio d’ore con l’adrenalina al massimo e tutti i sensi in allerta.

Immagino il vecchio custode afroamericano che la sera del 21 di agosto 2005 si apprestava a chiudere il grande cancello all’entrata del Six Flags, l’enorme parco dei divertimenti di New Orleans. Nei giorni a venire lui e gli altri dipendenti del parco avrebbero fatto quello che facevano sempre: pulire l’area, verificare che tutte le giostre funzionassero alla perfezione e prepararsi per accogliere la folla festante il weekend successivo. Il vecchio custode non poteva certo immaginare che proprio lui, proprio quella sera di fine estate, si apprestava a chiudere per l’ultima volta il grande cancello del Six Flags.

Due giorni più tardi una forte tempesta tropicale si formava sulle Bahamas e quando il 26 di agosto toccò la costa del Golfo del Messico aveva ormai raggiunto una potenza tale da trasformarsi in uragano. Lo chiamarono Katrina e lasciò dietro di sé l’apocalisse: incalcolabili danni materiali e quasi 2'000 tra morti e dispersi. Una catastrofe naturale di cui a dieci anni di distanza si possono ancora riconoscere i segni.

Tra i relitti di quella tragedia c’è anche il nostro Luna Park, la cui grande ruota panoramica non ha mai ripreso a funzionare. Oggi all’interno del parco un graffito si chiede: “Where do Theme Parks go when they die?” (Dove vanno i Luna Park quando muoiono?). Non so dove sia volata l’anima del Six Flags, ma passeggiare tra le giostre sfinite dal tempo è un’esperienza surreale e il silenzio sbatte contro il ricordo delle grida dei bambini e la melodia festiva di altri parchi… ancora vivi. Mi sono sempre chiesto come faccia il sorriso colorato di un clown ad assomigliare tanto ad un ghigno terrificante (e se non siete d’accordo andate a rivedervi It. Il pagliaccio assassino…). Due facce della stessa medaglia, proprio come le giostre arrugginite, accoglienti e colorate un tempo, spente e tetre oggi.

Con il passare degli anni, la vegetazione ha ripreso possesso dello spazio che le apparteneva e il terreno paludoso su cui si erge New Orleans ha richiamato caimani e serpenti che, in assenza di presenza umana, oggi scrutano dai cespugli i pochi Urban explorers (letteralmente, esploratori urbani) che si spingono oltre i cancelli sbarrati dell’entrata. Il richiamo del mistero è irresistibile e la recinzione metallica che circonda l’area non è esattamente un gran deterrente. Così, di colpo, ci si ritrova immersi in un ambiente da film. Il rumore delle auto che sfrecciano sull’autostrada si spegne di colpo, mentre l’adrenalina aguzza l’udito e confonde: sarà stato il vento o qualcosa si è mosso tra le erbacce? Hai sentito anche tu i passi sulla ghiaia dietro di noi?

Aliena vedere le macchine degli autoscontri sparse sulla pista, piene di polvere e dalle carrozzerie sbiadite dal sole e dalla pioggia; hanno qualcosa di macabro i peluche sporchi e ammucchiati per terra; la carrozza della montagna russa sembra pronta ad accogliere nuovi passeggeri, non fosse per l’acqua stagnante che inonda i binari; e dove sono finiti i seggiolini della giostra i cui fili ora pendono incompiuti come i rami un salice piangente?
La violenza di Katrina ha segnato l’inizio della fine del Six Flags. E nonostante l’imponente Jester si mantenga ancora in piedi e i suoi giri della morte d’acciaio ricordino grida di spavento e esaltazione, dieci anni di abbandono hanno lasciano un segno indelebile. Dieci anni di abbandono hanno trasformato un’oasi di festa in un luogo da brividi, da thrill-seekers, come li chiamano. Dieci anni di abbandono hanno ucciso il Luna Park, ma, pensandoci bene, vagabondando tra i suoi resti si riesce ancora a percepirne l’anima. Basta fermarsi un momento, chiudere gli occhi e ricordare quando da piccoli ci divertivamo sulle giostre. L’anima di un Luna Park risiede nei ricordi dell’infanzia.

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