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ITALIACaso Stamina, Vannoni prosciolto

19.10.15 - 20:26
Il giudice torinese ha decretato un non luogo a procedere "per sopravvenuta prescrizione del reato di tentata truffa"
Caso Stamina, Vannoni prosciolto
Il giudice torinese ha decretato un non luogo a procedere "per sopravvenuta prescrizione del reato di tentata truffa"

TORINO - "Non luogo a procedere per sopravvenuta prescrizione del reato di tentata truffa". È racchiusa nelle poche parole del giudice monocratico torinese Roberto Arata la conclusione della vicenda giudiziaria di Davide Vannoni, presidente della Stamina Foundation, accusato dalla procura di Torino di avere chiesto - con argomentazioni fraudolente - 500mila euro alla Regione Piemonte, tra il 2007 e il 2008, allo scopo di finanziare la ricerca sulle cellule staminali. Il finanziamento, in un primo tempo concesso dall'ente, fu poi ritirato dall'allora assessore alla ricerca Andrea Bairati.

Era il 2006 quando Vannoni, a Torino, bussò alla porta della Regione - con la quale già collaborava grazie alla sua società di ricerche di mercato - chiedendo un finanziamento. La Regione, in un primo tempo, disse sì e ipotizzò, con tanto di delibera, l'esborso di 500 mila euro. Poi cambiò idea.

Proprio sulla sottile linea del tempo in cui si sarebbe consumato il reato si è basata buona parte del processo che ha visto prevalere la linea della difesa. Se c'è stato tentativo di truffa, fu commesso nel 2007, all'atto di richiedere il finanziamento. E gli otto anni trascorsi hanno fatto finire tutto in prescrizione. Per l'accusa, sostenuta dal pm Giancarlo Avenati Bassi, che aveva chiesto la condanna di Vannoni a due anni, il reato sarebbe invece continuato fino al ritiro del finanziamento - nel 2008 appunto, cosa che avrebbe fatto slittare i termini di prescrizione al prossimo febbraio.

"Ho rischiato di lasciarci le penne, non sono guarito e ho speso più di 17 mila euro", ha testimoniato nel corso del processo Giulio C., malato di psoriasi, che nel 2008 si sottopose al trattamento Stamina. Accuse sempre respinte da Vannoni: "Io ero solo un paziente entusiasta che voleva aiutare la ricerca", ha sempre detto il padre della contestata metodica, che con la sentenza di oggi ha definitivamente evitato il carcere. Nel processo per le cure col metodo Stamina, in cui era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di farmaci imperfetti, all'esercizio abusivo della professione di medico e ad altri reati, ha patteggiato a un anno e dieci mesi. Una vicenda ormai chiusa, come hanno sottolineato dopo il verdetto i suoi legali, Liborio Cataliotti e Pasquale Scrivo, annunciando l'intenzione di Vannoni a rinunciare al ricorso in Cassazione per rivedere la pena.

"Lo ha fatto - hanno detto i due difensori - perché per lui quella di Stamina in Italia è una storia finita, un capitolo ormai concluso. È una vicenda che ha lasciato molte ferite e su cui giudicherà la storia". Non è escluso, però, un proseguimento dell'attività della Stamina Foundation all'estero, "nei Paesi in cui la legislazione lo consentirà", hanno spiegato i due legali. Ora Vannoni non ha più alcun procedimento giudiziario a carico in Italia e, trascorsi i cinque anni dal patteggiamento, vista la sospensione della pena e la non menzione sul casellario giudiziale, tornerà di fatto incensurato.

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