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CORRISPONDENZE ESTEROFlyboard: e volare non è più solo un sogno

15.09.15 - 09:36
Tamara Winkler, ieri a Bellinzona, oggi a Wellington
Flyboard: e volare non è più solo un sogno
Tamara Winkler, ieri a Bellinzona, oggi a Wellington

A chi non è mai successo di sognare di volare? Spiccare il volo innalzandosi a quote più o meno elevate provando sensazioni differenti è senz'altro tra i sogni più ricorrenti, uno di quelli che Freud ha inserito tra i sogni tipici.

Per tutti coloro che volessero assaporare tale ebrezza anche al di fuori dal mondo onirico e vivere un'esperienza decisamente atipica, c'è il Flyboard.

Se finora camminare sull'acqua osando librarsi al di sopra della sua superficie è stato appannaggio di pochi eletti, che hanno talvolta pagato cara la loro audacia, ora, con il Flyboard e un po' di necessaria pratica, potrete volteggiare sopra le onde per poi scendere in picchiata e riaffiorare dall'acqua come agili delfini.

Un paio di speciali scarponi fissati ad una piccola tavola attaccata ad un tubo collegato ad una moto d'acqua ed un giubbotto, costituiscono il kit di base per praticare questa nuova disciplina. A Wellington, dove il clima non è propriamente tropicale, è stato necessario aggiungere una muta che è servita anche ad attutire le inevitabili cadute.

È una domenica mattina di fine inverno nell'emisfero sud. Una di quelle in cui si esce di casa con sciarpa e giaccone. A Oriental Bay, la spiaggia dove è possibile praticare il Flyboard, la superficie dell'acqua è insolitamente liscia. Sembra domenica anche per il vento, che a Wellington è quasi una costante. Mi ritrovo a pensare a come le foto dei paesaggi qui non diano affatto l'idea della temperatura circostante. Il sole brilla, le colline che si affacciano sull'Oceano sono verdi e c'è persino un gruppo di ragazzini che si diverte con le tavole da surf. Qui sai che è inverno solo perché alcuni (di solito non gli indigeni) indossano vestiti pesanti e le giornate sono più corte. La neve, le foglie colorate, le gemme sugli alberi e il bagno al mare, ciò che alle nostre latitudini scandisce il passare del tempo in maniera abbastanza rigida, qui non esiste o esiste con altri ritmi. In Nuova Zelanda il clima è talmente mutevole che le quattro stagioni possono susseguirsi in un giorno. Ciò detto, a parte il panorama, questa per me è certamente una domenica invernale, una di quelle in cui un tuffo in mare non è sicuramente nella top ten delle cose da fare. Mi hanno fatto una sorpresa, mi hanno detto di portare il costume e io, decisamente riluttante, ora mi ritrovo mio malgrado sul molo, in procinto di svolgere un'attività che implica l'entrata in acque fredde e senza la più pallida idea di cosa dovrò fare. Mai vista tale attrezzatura. L'istruttore, un muscoloso gigante maori, mi racconta di essere il primo, e per ora l'unico, ad aver portato questa attività a Wellington. La folla che si raduna, sempre mio malgrado, sul molo, dimostra come questa attività non sia tanto nota neppure alla gente del luogo.

L'istruttore, che si è allenato nelle tiepide (beato lui!) acque Hawaiane, è certo che l'interesse attorno al Flyboard subirà un'impennata con l'arrivo dell'estate. Io che l'ho provato, sebbene con scarsi risultati, devo ammettere di essermi divertita molto e sono sicura che le sue previsioni potranno rivelarsi realistiche. Mi è piaciuto talmente tanto da farmi quasi dimenticare il freddo. Tutto sommato è stata una gran bella sorpresa.

Il primo prototipo di Flyboard è nato in Francia nel 2011, frutto della mente dello Zapata Racing, una società francese che ha sfruttato l'idea di Franky Zapata (un famoso campione di moto d'acqua) per creare un dispositivo commercialmente replicabile. Le numerose migliorie apportate al prototipo negli ultimi anni hanno reso il Flyboard accessibile ad un pubblico sempre più vasto e non necessariamente “del mestiere”. Da qualche tempo il Flyboard sta dunque prendendo progressivamente quota nei litorali di tutto il mondo. Adatto a tutti coloro che sanno nuotare e che non soffrono di vertigini, il Flyboard è oggi sia un'attività “da spiaggia”, sia una disciplina competitiva internazionalmente riconosciuta. I prossimi campionati del mondo avranno luogo a Dubai nel mese di dicembre e sarà senz'altro un'interessante occasione per vedere all'opera, in spettacolari evoluzioni, i migliori atleti di questa nuova disciplina sportiva.

Due sono le tipologie principali del Flyboard. La versione originale prevede il coinvolgimento di due persone: la prima alla guida della moto d'acqua e la seconda sulla tavola alla quale sono collegati gli speciali scarponi. Una versione più avanzata, prevede un sistema di guida indipendente, grazie al quale l'utente che utilizza il flyboard può guidare a distanza la moto e regolare l'intensità della pressione alla quale l'acqua viene sospinta attraverso il tubo collegato al Flyboard.

In sintesi, se avete tra i 6 e i 60 anni (così consigliano i detentori del brevetto), una buona acquaticità e tanta voglia di divertirvi, non vi resta che trovare una spiaggia che offra questa attività, indossare gli “idro-scarponi” e farvi soffiare più o meno in alto, verso il cielo.

 

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