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THAILANDIABangkok dà la caccia a quest'uomo

18.08.15 - 08:44
La polizia ha pubblicato la foto di un sospetto, presa da una telecamera di sorveglianza
Bangkok dà la caccia a quest'uomo
La polizia ha pubblicato la foto di un sospetto, presa da una telecamera di sorveglianza

BANGKOK - Il giorno dopo il massacro, a Bangkok è scattata la caccia all'attentatore. Obiettivo: un giovane sospetto ripreso dalle telecamere di sorveglianza mentre abbandona uno zainetto all'interno del santuario Erawan, per poi dileguarsi.

Per la polizia non c'è dubbio che sia lui, ma le immagini sgranate rendono l'identificazione difficile. Il tutto mentre la capitale thailandese vive ore d'ansia, per l'orrore dell'attentato costato almeno 22 morti (tra cui almeno 12 stranieri asiatici e una britannica) e 123 feriti, ma anche a causa di un secondo ordigno scoppiato oggi sulla riva del fiume Chao Phraya, senza provocare vittime.

Un filmato sembra inchiodare il misterioso ragazzo dalla maglietta gialla - apparentemente di pelle chiara e fattezze asiatiche - che si aggira all'interno dell'Erawan pochi minuti prima della strage. Le immagini sono eloquenti: lo zainetto lasciato per terra, il fare sospetto, cercando di non dare nell'occhio mentre esce.

Data la scarsa qualità del video, si è scatenata una incontrollata ridda di supposizioni dove ognuno dice la sua, con molti a vedere nel volto una vaga origine mediorientale. Anche la polizia propende per l'ipotesi straniera. D'altronde, la "pancia" del Paese sembra aver emesso da subito il suo verdetto: "Un thailandese non può avere commesso un atto simile", è una frase che oggi si sente dappertutto a Bangkok.

In una città sotto shock, la tensione è salita ulteriormente dopo che un secondo ordigno è scoppiato oggi all'ora di pranzo, presso un molo sul fiume Chao Phraya utilizzato dai pendolari. La bomba è esplosa nell'acqua senza causare feriti, ma è stato un colpo di fortuna: lanciata con ogni probabilità da un ponte sopraelevato, prima di finire nel fiume ha colpito una staccionata senza esplodere. Secondo la polizia, avrebbe potuto causare vittime. Che sta succedendo? Una Thailandia sconvolta dal più grave attentato della sua storia vuole risposte. "Faremo di tutto per prendere i responsabili", ha assicurato in mattinata il primo ministro Prayuth Chan-ocha.

Ma al momento tutte le ipotesi restano in piedi, dalla matrice politica interna a quella del terrorismo internazionale, passando per la guerriglia separatista islamica attiva da un decennio nel sud e includendo anche una possibile vendetta degli uiguri - la minoranza musulmana turcofona nella regione cinese dello Xinjiang - in risposta alla deportazione di 109 di essi dalla Thailandia lo scorso luglio.

Nessuna è completamente convincente, e l'intelligence thailandese ha già mostrato in passato di essere pronta a compensare le sue clamorose falle con una caccia al capro espiatorio. Nel frattempo, la polizia ha intensificato i controlli di sicurezza nel nord-est rurale del Paese, la regione dove è più forte il dissenso contro la giunta militare al potere da 15 mesi.

Con il luogo dell'attentato di ieri ripulito e riaperto al traffico da metà giornata, Bangkok oggi appariva comunque una città a mezzo servizio. Molte scuole sono rimaste chiuse; il minor numero di persone in giro era evidente nella metropolitana, ma anche nelle strade meno trafficate del solito.

L'incertezza pesa anche sull'economia, che già mostrava segnali di crisi: oggi la Borsa è calata del 2,5 per cento, e il baht ha toccato i minimi degli ultimi sei anni contro il dollaro. Con almeno sei cinesi tra le vittime, il rischio di un enorme contraccolpo per il copioso afflusso di turisti dalla Cina è elevato. Già oggi sono state segnalate le prime disdette di viaggi prenotati.

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