Iniziano i primi sequestri e le denunce contro i manifestanti che, per il primo maggio, si attendono a migliaia
MILANO - A due giorni dall'apertura dell'Expo 2015 di Milano cominciano a farsi sentire anche i manifestanti contrari all'evento mondiale che si terrà nel capoluogo lombardo.
Maschere antigas, martelli frangivetro, petardi, mazze di legno e ferrate, fionde, materiale per confezionare molotov. È quanto sequestrato dalla Digos in alcuni appartamenti in via degli Apuli 1 e 2, occupati da 26 militanti No Expo.
Al momento sono già scattate 25 denunce per occupazione contro sei italiani, 16 francesi e 3 tedeschi. Un tedesco è finito in manette per detenzione di materiale esplosivo. Nella sua auto parcheggiata a poca distanza è stata trovata infatti una scatola contenente benzina, bottiglie, pezzi di stoffa, carta igienica. Insomma, il kit per creare una delle bombe molotov.
L’operazione arriva a pochi giorni dall’inaugurazione di Expo e rientra in un piano di monitoraggio in vista del corteo del primo maggio.
È stato anche sgomberato lo spazio sociale “Base di solidarietà popolare”, a circa cento metri di distanza da Expo, che era il punto di ritrovo di un gruppo anarchico.
Non c’è allarmismo, ma i timori sono altissimi. Il temuto arrivo dei contestatori stranieri è cominciato. Molti hanno occupato appartamenti, magazzini dismessi, capannoni alla periferia.
Molti di loro sono gli stessi che un mese e mezzo fa in Germania hanno scatenato l’inferno e adesso sembrano intenzionati a fare lo stesso a Milano.
Sono 2.600 le persone di rinforzo ai reparti già schierati che il Viminale ha deciso di inviare per i sei mesi dell’Expo. Almeno 2.000 si aggiungeranno in questi giorni per presidiare ee eventualmente militarizzare la città.
Il rischio è che vengano prese di mira le sedi di banche, multinazionali. Ma non è escluso che anche la Borsa possa diventare un bersaglio.