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UZBEKISTANTorture in Uzbekistan: "Europa e gli Stati Uniti chiudono gli occhi"

15.04.15 - 12:00
La denuncia di Amnesty International in un nuovo rapporto
Torture in Uzbekistan: "Europa e gli Stati Uniti chiudono gli occhi"
La denuncia di Amnesty International in un nuovo rapporto

BERLINO - "Stati Uniti, Germania e altri stati europei, continuando a chiudere un occhio di fronte al fatto che in Uzbekistan la tortura è endemica, permettono che questi abusi continuino ininterrotti", è quanto afferma Amnesty International in un nuovo rapporto reso noto oggi.

Il rapporto, Secrets and Lies: Forced confessions under torture in Uzbekistan, spiega come la tortura dilagante e altre forme di abusi avrebbero un ruolo chiave nel sistema giudiziario del paese e nel giro di vite delle autorità contro qualsiasi gruppo percepito come una minaccia alla sicurezza nazionale. Il documento sottolinea come spesso forze di polizia e di sicurezza facciano ricorso alla tortura per estorcere confessioni, intimidire intere famiglie o come minaccia per ottenere mazzette.

“Il fatto che in Uzbekistan chiunque risulti antipatico alle autorità possa venir arrestato e torturato è un segreto di Pulcinella. Nessuno può sfuggire ai tentacoli dello stato,” ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International presentando il rapporto a Berlino.

“Ciò che è vergognoso è il fatto che molti governi, inclusi gli USA, chiudano un occhio di fronte alle sconvolgenti torture, apparentemente per paura di turbare un alleato nella “guerra al terrore”. Altri governi, come la Germania, sembrano invece più preoccupati da possibili partnership economiche e quindi non fanno nulla per turbare lo status quo.”

“Pazienza strategica”: una strategia vergognosa nonostante le violazioni dei diritti umani - Con l’avvicinarsi, in maggio, del decimo anniversario del massacro di Andijan in cui persero la vita centinaia di manifestanti, il rapporto di Amnesty International evidenzia come Stati Uniti ed Europa abbiano dato priorità a interessi politici, militari, economici e di sicurezza a scapito di un’azione significativa per mettere sotto pressione le autorità uzbeche affinché rispettino i diritti umani e mettano fine alla tortura. 

“L’atteggiamento dei partner internazionali dell’Uzbekistan nei confronti del regolare ricorso alla tortura è nel migliore dei casi ambivalente, nel peggiore è silenzioso al punto da diventare complicità. Gli Stati Uniti definiscono il proprio impegno con l’Uzbekistan come una politica della “pazienza silenziosa” ma forse sarebbe più corretto parlare di indulgenza strategica. Gli Stati Uniti, la Germania e l’Europa dovrebbero chiedere immediatamente all’Uzbekistan di darsi una regolata e mettere fine alla tortura,” ha detto John Dalhuisen.

“Il divieto internazionale della tortura è assoluto e immediato. Ma proprio mentre Germania e Stati Uniti promuovono legami più stretti con l’Uzbekistan delle persone vengono rapite dalla polizia, torturate per ottenere delle confessioni per reati inventati e infine sottoposte a processi iniqui. Finché in Uzbekistan si farà ricorso a prove macchiate dalla tortura questo paese rimarrà un alleato macchiato dalla tortura.”

La tortura è endemica nel sistema di giustizia uzbeko - Il rapporto di Amnesty International è il frutto di oltre 60 interviste realizzate tra il 2013 e il 2015 e prove raccolte in oltre 23 anni. Il documento svela l’uso di celle per la tortura insonorizzate da parte della polizia segreta, il Servizio di sicurezza nazionale uzbeko, e documenta l’impiego di celle per la tortura sotterranee nelle stazioni di polizia.

Polizia e servizi segreti ricorrono a tecniche di tortura orrende che includono l’asfissia, lo stupro, le scosse elettriche, l’esposizione a caldo o freddo estremi, la privazione di sonno, cibo e acqua. Inoltre il testo documenta pestaggi prolungati da parte di gruppi di persone, tra i quali anche altri prigionieri.

In questo periodo sono state registrate ufficialmente 336 denunce per tortura, solo 23 casi sono stati perseguiti e 6 sono stati portati a processo. A peggiorare le cose il fatto che spesso le autorità accusate dei crimini vengono incaricate di indagare sugli stessi, un fattore che limita notevolmente la possibilità che le vittime ottengano mai giustizia.

Amnesty International esorta il Presidente Islam Karimov a condannare pubblicamente l’uso della tortura. Le autorità dovrebbero inoltre istituire un sistema indipendente incaricato di ispezionare tutti i centri di detenzione e verificare che confessioni e altre prove estorte facendo uso di tortura non vengano mai usate in tribunale.

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