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RUSSIALa Russia di oggi che ricorda l’Unione Sovietica

04.03.14 - 18:32
I russi descritti come i cattivi dalla stampa occidentale, che tifa per l’Ucraina e per l’America. E’ tornata la guerra fredda? Analogie e differenze tra la Russia di Putin e l’Unione Sovietica
Foto d'archivio (Keystone)
La Russia di oggi che ricorda l’Unione Sovietica
I russi descritti come i cattivi dalla stampa occidentale, che tifa per l’Ucraina e per l’America. E’ tornata la guerra fredda? Analogie e differenze tra la Russia di Putin e l’Unione Sovietica

MOSCA - Oggi sul Corriere del Ticino Marcello Foa ha spiegato qual è l'altra verità della crisi ucraina. In Occidente si "tifa" tutti (o quasi) per l'opposizione ucraina: si indica il presidente filo-russo quale il “tiranno” da abbattere. Le televisioni occidentali dipingono la Russia cattiva e il popolo di piazza Maidan a Kiev viene elevato a portatore di valori universali quali la democrazia e la libertà. La realtà è un po' diversa da quanto ci hanno raccontato. Il paese è conteso ormai da 20 anni tra Russia e Stati Uniti. Gli States, mettendo in pratica le teorie dell'americano Gene Shapr, hanno applicato in Ucraina una tecnica già collaudata in Serbia nel 2000 in occasione della caduta dell'allora presidente Slobodan Milosevic e nel 2004 nella Rivoluzione Arancione. Si organizzano proteste di piazza ma le si spacciano per spontanee. A pianificare l'azione sono partiti politici, associazioni umanitarie, organizzazioni non governative. Si scende in piazza e, naturalmente, arrivano i giornalisti e le telecamere dall'occidente che amplificano gli eventi.

La Germania con l'opposizione filo-Ue - Anche per chi segue l'attualità internazionale un po' distrattamente è stato impossibile non notare, per esempio, la copertura mediatica, da mattina a sera sui canali tedeschi delle proteste di piazza a Kiev durante questi ultimi mesi. La Germania, infatti, che aspira a diventare stato membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e paese guida dell'Unione Europea, è quella che, più di tutte, si è schierata a favore dell'opposizione filo-Ue. E alla fine il "tiranno" presidente pro-Russo, Yanukovic è caduto. A farlo cadere non è stato tanto il popolo ucraino, ma gli estremisti di destra neonazista, antisemita, antirussa e ultraviolenta.

Russia / Unione Sovietica, quali analogie? - In questo ritorno di Guerra fredda oggi sul Tages-Anzeiger viene analizzata la situazione economica della Russia, paragonata all'Unione Sovietica. Quanto è forte la Russia di oggi se confrontata alla vecchia Unione Sovietica sul piano economico ed internazionale?

Il greggio per finanziare l'apparato burocratico e le importazioni di cerali e vestiti - Sulla rivista britannica "Economist" a inizio febbraio si legge che tra l'U.R.S.S. del 1980 e la Russia di oggi vi sono diverse analogie a cominciare dalla dipendenza dell'economia russa all'andamento del prezzo del petrolio. Allora il greggio, ad inizio anni '80 era particolarmente caro: ciò permise all'Unione Sovietica di finanziare sia un apparato statale sovradimensionato ed inefficiente sia  l’importazione di cereali e vestiti. Grazie al petrolio, principale fonte di entrata di "valuta pregiata", l'Unione Sovietica riusciva a compensare la disastrosa situazione del mercato interno. Poi arrivò la caduta del prezzo del petrolio (nel maggio del 1986 il prezzo del barile scese sotto i 10 dollari). Le entrate in valuta pesante crollarono e lo sgretolamento dell'Unione Sovietica ebbe inizio.

L'economia russa regge grazie a gas e petrolio - Oggi le entrate derivanti da esportazioni di gas e petrolio rappresentano per la Russia il 75% del totale. La percentuale è ancora più alta del 1980, quando questa quota si fermava al 67%.  Una miniera d'oro per la Russia che riesce a compensare i deficit strutturali del Paese. Il 45% di tutti i prodotti acquistati dai russi - si legge sempre sul Tages-Anzeiger - proviene dall'estero. Nel 2005 alla Russia bastavano 20 dollari al barile per portare alla parità il bilancio statale. Oggi per raggiungere la parità, il prezzo del barile deve almeno raggiungere i 103 dollari. Attualmente il prezzo è di 110 dollari.

Lo Stato è il primo datore di lavoro in Russia - Lo Stato, come nei tempi dell'Unione Sovietica, è il primo datore di lavoro della Russia. Stato che controlla l'economia russa. Banche, media, risorse naturali e infrastrutture sono saldamente sotto il suo controllo.

Produttività russa meno della metà della media europea - Gli investimenti russi per sviluppare l’apparato produttivo, per rapporto al PIL, risultano più bassi rispetto ai tempi dell'Unione Sovietica. Questo spiega anche il motivo per cui la produttività dell'economia russa è meno della metà della media europea. Il denaro viene speso per i consumi, che crescono più del PIL e questo spiega perché i surplus di bilancio, nonostante il prezzo del petrolio resti alto, diventano sempre più sottili.

Esploso il numero dei burocrati - L'efficienza dell'apparato statale russo lascia a desiderare. Negli anni 2000 il numero di burocrati in Russia si è raddoppiato. La direzione delle grandi aziende nell'era dell'Unione Sovietica era assegnata non tanto su criteri di competenza, bensì di appartenenza politica e partitica. Gli oligarchi, nell'era di Putin, sono più che altro gli ex colleghi del KGB del presidente russo.

Russia stato capitalista legato all'economia globalizzata mondiale - Le analogie tra la Russia di Putin e l'Unione Sovietica sembrano finire qui. Sì, perché oggigiorno la Russia è uno Stato capitalista legato profondamente all'economia globalizzata mondiale. Il crollo di lunedì dell'11 % della borsa di Mosca (indice Micex) ne è una prova. Questa mattina, quando il presidente Putin ha annunciato il parziale ritiro delle sue truppe, il balzo dei mercati finanziari a Mosca è stato del 2,5%. In questa crisi gli investitori stranieri e russi preferiscono investire i propri denari all'estero. Lo dimostra anche il valore del rublo, sotto pressione negli ultimi mesi, che ha subito un crollo storico.

Gli attacchi contro il rublo - E per evitare un aumento dell'inflazione, oggi a circa il 6%, la banca nazionale russa ha alzato il tasso di riferimento dall'1,5 al 7% e ha venduto le riserve di valuta contro rublo. Inoltre, grazie a un fondo di Stato petrolifero di 500 miliardi di dollari, si è riusciti a lenire gli attacchi speculativi contro la divisa russa.

Il mix esplosivo per la stabilità politica ed economica russa - La crescita dell'economia russa rallenta (+1,3% nel 2013). I tassi elevati e il valore al ribasso dell'azionario sono un mix esplosivo per la stabilità politica ed economica russa. In particolare, ad essere i più colpiti sono state banche come la Sberbank, di proprietà dello Stato. La banca più grande della Russia lunedì ha perso in borsa il 15 % del suo valore azionario alla borsa di Mosca.

I ricchi russi investono e spendono in Occidente - Ad essere i più danneggiati dalle perdite di borsa sono le componenti privilegiate della élite russa, che delle comodità date dal capitalismo occidentale ne approfitta a piene mani. In Occidente, infatti, i russi investono, viaggiano e un inasprimento delle relazioni tra Russia e l'Occidente non è nel loro interesse.

Intrecci economici tra Russia e Occidente troppo stretti - Gli stretti intrecci commerciali tra la Russia e l'Occidente, in caso di sanzioni, potrebbero ritorcersi negativamente anche per quest'ultimo. Anche perché sono molte le aziende occidentali interessante a investire in Russia.

(p.d'a.)

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