La manifestazione è stata del tutto pacifica: i giovani hanno lanciato garofani rossi verso gli agenti e in serata da Piazza Taksim e nelle strade del centro è iniziato un "concerto" di protesta di migliaia di pentole e clacson contro il governo. Clacson e pentole sono entrate in azione anche nella capitale, Ankara.
Oggi altri 31 manifestanti arrestati nei giorni scorsi dall'antiterrorismo sono stati incriminati a Istanbul e Ankara con l'accusa di avere organizzato manifestazioni antigovernative e provocato violenze. Da martedì più di cento persone sono state prelevate in case e uffici e sono finite in manette. "Hürriyet" ha riferito inoltre che i servizi segreti del Mit hanno iniziato a indagare su presunti "collegamenti esteri" del movimento di protesta delle ultime tre settimane, ritenuto spontaneo dalla maggior parte degli osservatori.
Erdogan ha più volte denunciato un "complotto" contro il suo governo dietro le manifestazioni delle ultime settimane, puntando il dito contro potenze estere, stampa internazionale e "lobby dei tassi d'interesse", oltre che contro il capo dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu, che lo ha accusato di essere "un dittatore". Al termine delle indagini il Mit trasmetterà una informativa al capo del governo.
Nella notte ci sono stati ancora incidenti ad Ankara fra polizia e manifestanti. Le forze antisommossa hanno disperso, usando gas lacrimogeni e idranti, gruppi di dimostranti nella zona di Tunali e di via Kennedy, teatro di scontri praticamente ogni notte da tre settimane. Secondo "Hürriyet" la polizia ha chiesto al ministero dell'educazione di fornire i nomi degli insegnanti che hanno partecipato alle manifestazioni delle ultime settimane.
Restano intanto tesi i rapporti fra Ankara e l'Ue, in attesa della decisione che lunedì i 27 dovrebbero prendere su un possibile rinvio dell'apertura di un nuovo capitolo negoziale, in teoria prevista per giovedì. Dopo le proteste anti-Erdogan e la dura repressione decisa dal governo, Germania e Olanda hanno proposto di rinviare l'avvio del nuovo negoziato. Il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle, che ha visto questo pomeriggio a Doha a margine della riunione degli Amici della Siria il collega turco Ahmet Davutoglu, ha proposto che venga aperto piuttosto con la Turchia un capitolo "democrazie e diritti umani".