Pyongyang, tra le misure unilaterali decise in risposta al ciclo di esercitazioni militari congiunte tra Corea del Sud e Usa tenute dall'11 al 21 marzo, aveva deciso di cancellare l'armistizio del 1953, sospendere la 'linea rossà al villaggio di Panmunjom usata anche per le comunicazioni umanitarie della Croce Rossa, e lanciato la minaccia di attacco nucleare "spietato e preventivo" contro Washington e Seul.
"Il Comando supremo dell'Esercito popolare coreano ha solennemente dichiarato che d'ora in poi tutte le comunicazioni militari tra Nord e Sud saranno tagliate", ha riferito la Kcna, citando un alto ufficiale militare, secondo cui, "a causa delle azioni sconsiderate dei nemici, le comunicazioni, istituite per il dialogo e la cooperazione, hanno perso di significato".
Quindi, la notifica da parte di Pyongyang è stata effettuata questa mattina dato che, "in una situazione in cui una guerra può scoppiare in qualsiasi momento, non è più necessario mantenere questo genere di comunicazioni".
L'ultima mossa è verosimile complichi il funzionamento del distretto industriale congiunto di Kaesong, al confine ma in enclave nordcoreano, che aveva continuato a funzionare malgrado le tensioni crescenti: senza comunicazioni, la sicurezza del personale sudcoreano risulterebbe ora a rischio.
La 'linea rossà militare, infatti, è stato finora lo strumento per la gestione di qualsiasi movimento di persone e veicoli al complesso di Kaesong.
A inizio mese, infine, Pyongyang ha annunciato che avrebbe annullato i anche i patti di non aggressione tra i due Paesi e quello sulla soluzione pacifica di qualsiasi controversia senza il ricorso alla forze militare.