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MONDOIl lunedì in cui sparì Facebook

05.10.21 - 07:41
Le applicazioni social che fanno capo al colosso di Menlo Park sono rimaste offline ieri per circa sette ore.
keystone-sda.ch / STF (ANDREJ CUKIC)
Il lunedì in cui sparì Facebook
Le applicazioni social che fanno capo al colosso di Menlo Park sono rimaste offline ieri per circa sette ore.
I vertici di Facebook si sono scusati e hanno fatto chiarezza sulla causa: alcune modifiche alla configurazione dei router dei propri centri dati che hanno avuto un «effetto a cascata» bloccando tutti i servizi.

MENLO PARK - In futuro forse, ripensando al 4 ottobre 2021, qualcuno dirà "io c'ero" ricordando la giornata più nera (finora) nella storia di Facebook. Anche in un mondo digitale come il nostro, che reca sul proprio volto i lineamenti del suo sottile paradosso: non essere in grado di dimenticare nulla e, al contempo, l'essere rapidissimo nel riuscire a farlo comunque.

Se un buon giorno, come suggerisce uno di quei vecchi proverbi che hanno raccolto sul campo i propri meriti, si vede dal mattino, quello dei social di Mark Zuckerberg ieri si era annunciato disastroso, dopo le durissime accuse da parte di Frances Haugen, ex product manager di Facebook. Le prime avvisaglie della vera e propria tempesta però hanno preso il via qualche ora dopo, attorno alle 17.30, ora svizzera. I primi "impossibile aggiornare il feed" comparsi qua e là su Instagram. Facebook che iniziava a caricare a singhiozzo post e contenuti multimediali, lasciando in bianco parte delle sue applicazioni. E i messaggi rimasti "in canna" su WhatsApp, in perenne tentativo di connessione. Sarà una questione di qualche minuto, avranno pensato i più. E invece il "buio" social si è protratto per sette lunghe ore.

Il "down" prolungato del triumvirato social capitanato da Zuckerberg avrebbe così, stando alle cifre della piattaforma Netblocks.org, provocato un impatto negativo a nove zeri sull'economia globale. Nel dettaglio: 1 miliardo e 129 milioni di dollari. E mentre in quel di Menlo Park i tecnici della grande F si arrovellano per risolvere il disastro, le sue creature colonizzavano l'intera lista delle tendenze di Twitter, dove nella serata di lunedì milioni di utenti si sono riversati, chi con la speranza di sapere quando tutto sarebbe tornato alla normalità, chi per sbeffeggiare il colosso a colpi di caustici meme e qualche immancabile nostalgico che ha rievocato i mitici trilli del vecchio messenger di MSN, un "relitto" dell'Internet che fu.

Ma quale è stata la vera causa della lunga panne di ieri? I vertici del colosso social non hanno immediatamente fatto chiarezza. E da quel «Siamo a conoscenza che alcune persone stanno avendo difficoltà nel riuscire ad accedere alle nostre applicazioni. Ci stiamo lavorando» al successivo «A tutta la comunità di persone e aziende in tutto il mondo che dipendono da noi: scusateci», gli analisti hanno provato a ricostruire cosa sia effettivamente accaduto, scartando subito l'ipotesi di un attacco hacker e accreditando invece un possibile problema al Domain Name System. In parole povere, è come se Facebook avesse oscurato il proprio indirizzo. Come se questo fosse quindi sparito. O mai esistito del tutto.

Alla fine però ci ha pensato Santosh Janardhan, vice presidente delle infrastrutture di Facebook ad accendere la luce, spiegando che l'effetto domino è stato innescato da alcune modifiche effettuate alla configurazione dei router responsabili dell'instradamento del traffico dati nei propri data center. «Questa interruzione ha avuto un effetto a cascata sulla comunicazione dei nostri centri, bloccando i nostri servizi». Esatto, i router. Una "piccolezza". Un tipo di disagio che, su una scala ristretta alle pareti di casa nostra, abbiamo con ogni probabilità avuto il dispiacere di conoscere un po' tutti. Come a voler dire che, in fondo, anche Facebook almeno un po' umano lo è.

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