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STATI UNITITerza dose, atteso in 48 ore il primo via libera

12.08.21 - 11:30
La Food and Drugs Administration dovrebbe autorizzarne la somministrazione per gli immunosoppressi
AFP
Terza dose, atteso in 48 ore il primo via libera
La Food and Drugs Administration dovrebbe autorizzarne la somministrazione per gli immunosoppressi
Negli Stati Uniti si contano circa 9 milioni di cittadini immunosoppressi. E stando alle osservazioni mediche, molti di questi potrebbero non sviluppare una robusta risposta con il normale ciclo vaccinale, restando così esposti al Covid-19.

WASHINGTON D.C. - Quarantotto ore per prendere una decisione che andrebbe a ridisegnare il futuro della lotta contro la pandemia negli Stati Uniti. La Food and Drug Administration, stando ad alcune anticipazioni provenienti da oltre l'Atlantico, sarebbe pronta a fare retromarcia, facendo scattare la luce verde per la somministrazione di una terza dose dei vaccini di Pfizer e Moderna, per le persone immunosoppresse.

E di retromarcia, perlomeno parziale, è giusto parlare considerando che solo un mese fa le autorità sanitarie a stelle e strisce avevano chiuso la porta di fronte alla richiesta ufficiale di Pfizer di poter potenziare il protocollo vaccinale con una terza dose. «Sulla base dei dati che abbiamo a disposizione finora - aveva detto il virologo Anthony Fauci - non riteniamo necessaria una terza dose di vaccino».

Perché questo cambio di direzione? Stando alla NBC, che per prima ha anticipato la possibile - e a questo punto, altamente probabile - decisione della Fda, a motivare la decisione sarebbe il calo della risposta immunitaria registrato frequentemente nei pazienti immunodepressi, nonostante la vaccinazione completa, che restano in questo modo vulnerabili a un'infezione da Covid con possibili decorsi severi. E si parla, sulla base delle stime dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), di circa 9 milioni di cittadini americani.

Per queste persone, secondo uno studio pubblicato dalla Johns Hopkins University, la probabilità di finire in ospedale a causa del Covid-19, arrivando a rischiare il decesso, è 485 volte superiore rispetto alla popolazione generale.

 

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