
NEW YORK - Secondo gli esperti anche questo sarebbe un effetto diretto della pandemia. Mentre nel 2008, in piena crisi finanziaria, la gente aveva rinunciato ai festeggiamenti, la crisi economico-sanitaria del 2020 ha provocato l’effetto contrario. Insomma gli alberi sono diventati il simbolo concreto della speranza di rinascita, non più solo una decorazione.
Un esempio per tutti è il caso, raccontato dal New York Times, di uno degli storici rivenditori, Uptown Christmas Trees, che da quasi cinquant’anni fornisce i newyorchesi di alberelli. Ad inizio stagione erano già duemila in più gli alberi venduti rispetto allo scorso anno. Basta una passeggiata per Manhattan ed una chiacchiera con i venditori di pini, per rendersi conto del fenomeno. «Non era mai successo di finire interi stock», dicono i venditori dell’East Village, sorpresi per il boom e costretti a rifornirsi costantemente dai vivai.
Ora i ritardatari dovranno accontentarsi di alberi fuori taglia media. Tra essi incontriamo Mercedes, 38 anni, emigrata a New York da 12 anni dall’Argentina, che ha optato per un alberello un po’ più grande del solito. «Ho perso il lavoro a causa delle restrizioni, perché purtroppo ero impiegata nella ristorazione. Sto cercando di risparmiare, quindi non ceno più fuori e non faccio shopping da mesi – ci racconta - All’albero però non ho voluto rinunciare perché quest’anno come non mai prima sto trascorrendo la maggior parte del mio tempo a casa. Voglio che il mio minuscolo monolocale qui nell’East Village diventi per me il luogo più caldo e familiare dell’intera città. Guardare le luci del mio albero mi fa stare bene: sa di festa, mi porta alla mente i più bei ricordi della mia infanzia».
E Mercedes non è la sola ad essere stata licenziata a causa della pandemia. New York continua ad essere in lockdown ed i ristoranti sono aperti soltanto all’esterno. Pochi i coraggiosi che scelgono di mangiare fuori, con i morsi dell’inverno newyorkese, con conseguenti perdite di posti di lavoro.
Incontriamo anche Gemma, immigrata italiana a New York da 2 anni. Anche lei non ha rinunciato all’albero, nonostante la tristezza di questo strano 2020. «Certo, i regali migliori nella vita non si troveranno mai sotto l’albero di Natale. I doni più importanti sono la famiglia, gli amici, i bambini e tutte le persone che amiamo». Gli affetti che purtroppo a causa del virus non si potrà godere.
Secondo gli esperti anche questo sarebbe un effetto diretto della pandemia. Mentre nel 2008, in piena crisi finanziaria, la gente aveva rinunciato ai festeggiamenti, la crisi economico-sanitaria del 2020 ha provocato l’effetto contrario. Insomma gli alberi sono diventati il simbolo concreto della speranza di rinascita, non più solo una decorazione.