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MONDOLa pandemia non si ferma: record di casi in India

13.08.20 - 09:17
Il virus continua a imperversare in tutto il mondo e ieri è tornato anche in Nuova Zelanda. Come resta «un mistero».
Keystone
La pandemia non si ferma: record di casi in India
Il virus continua a imperversare in tutto il mondo e ieri è tornato anche in Nuova Zelanda. Come resta «un mistero».
La situazione permane grave negli Stati Uniti, mentre Messico e Argentina produrranno un vaccino che sarà distribuito a tutti i Paesi dell'America Latina, tranne che in Brasile che ha un suo progetto.

NEW DELHI - Il coronavirus continua a imperversare in tutto il mondo. Particolarmente preoccupante è la situazione vissuta dall'India dove ieri si è verificato un (ulteriore) record di casi. Non vanno meglio le cose negli Stati Uniti che anche ieri hanno registrato quasi 56'000 contagi, mentre permane un mistero il motivo del ritorno del Covid-19 in Nuova Zelanda, Paese in cui la malattia era rimasta assente per più di tre mesi e dove ora è riapparsa (ieri 14 casi in 24 ore). Messico e Argentina, infine hanno deciso di produrre un vaccino contro la Sars-CoV-2 che sarà successivamente distribuito a tutti i Paesi dell'America Latina (Brasile escluso). 

Triste record indiano - L'india - come già detto - ha registrato nelle ultime 24 ore un altro record di casi, mentre il bilancio dei decessi ha superato quota 47mila: lo ha reso noto il ministero della Sanità, secondo quanto riporta la CNN. Secondo i dati ufficiali, ieri sono stati segnalati 66'999 nuovi contagi, un picco che porta il bilancio complessivo delle infezioni nel Paese a quota 2'396'637, il terzo bilancio più alto al mondo dopo Stati Uniti (vedi sotto) e Brasile. Allo stesso tempo, i morti sono stati 942, un dato che porta il bilancio delle vittime a quota 47.033. In India i casi attivi sono oltre 653'000, mentre oltre 1,6 milioni di pazienti sono guariti. Secondo il Consiglio per la ricerca medica finora sono stati effettuati oltre 26,8 milioni di test.

Quasi 1'500 decessi negli States - E proprio gli Stati Uniti hanno registrato ieri quasi 56'000 nuovi casi e 1'500 decessi provocati dal coronavirus: è quanto emerge dai conteggi della Johns Hopkins University. Secondo questi dati, le nuove infezioni sono state 55'910, un andamento che porta il bilancio dei contagi a quota 5'197'118. Allo stesso tempo, i morti sono stati 1'499, per un totale dall'inizio della pandemia di almeno 166'026.

Il mistero neozelandese - Sono scattate indagini delle autorità neozelandesi sulla possibilità che il contagio dei primi casi locali di Covid-19 in più di tre mesi, sia originato da merci refrigerate importate, mentre il Paese che per primo al mondo aveva celebrato l'eliminazione del virus è ritornato ieri nel lockdown. La premier Jacinda Ardern ha spiegato di avere preso la decisione d'imporre di nuovo dure restrizioni ai movimenti a Auckland, oltre a limitazioni ai viaggi attraverso il Paese, dopo che sono stati rilevati in una singola famiglia, nella città più popolosa del Paese, quattro casi «di origine sconosciuta». Il mistero del contagio ha sconcertato i funzionari sanitari, che si dicono certi che non vi siano state trasmissioni locali del virus per 102 giorni e che la famiglia non aveva viaggiato all'estero. La direttrice generale della Sanità Ashley Bloomfield ha riferito che vengono eseguiti test delle superfici in un magazzino refrigerato di Auckland in cui lavorava un uomo della famiglia contagiata, che è stato chiuso insieme a tre altri siti della stessa compagnia, la Americold. Intanto la premier Ardern ha indicato la possibilità di dover rinviare le elezioni generali in programma il 19 settembre e ha sospeso fino a lunedì prossimo lo scioglimento del parlamento, che aprirebbe la strada alle elezioni. «Abbiamo deciso che sia prudente differire lo scioglimento del parlamento almeno di pochi giorni, per mantenere tutte le opzioni e per poter riconvocare il parlamento se necessario».

Altri 14 casi sull'Isola - E intanto, nelle ultime 24 ore, nel Paese oceanico - come reso noto dai funzionari sanitari neozelandesi - si registrano altri 14 casi confermati di coronavirus che portano a 1'589 il numero dei contagi (i decessi restano 22). Tutte le nuove infezioni, tranne una importata da una donna proveniente dalle Filippine, sono locali. «Ci aspettiamo ulteriori casi», ha precisato in conferenza stampa la direttrice generale della Sanità Ashley Bloomfield.

Vaccino latino - Argentina e Messico si occuperanno a partire dal primo semestre 2021 della produzione e distribuzione in America latina - eccetto il Brasile che ha un suo progetto - di un vaccino per il coronavirus, grazie a un accordo con l'Università di Oxford e la società svedese britannica AstraZeneca. Lo ha annunciato il presidente argentino Alberto Fernández. In una conferenza stampa insieme al ministro della Sanità, Ginés González García, Fernández ha spiegato che l'accordo «implica un trasferimento di tecnologia per la produzione di un minimo di 150 milioni e un massimo di 300 milioni di dosi della sostanza attiva del potenziale vaccino contro il Covid-19 che avrà un costo fra tre e quattro dollari». Dopo aver precisato che il vaccino sarà prodotto in Argentina e imballato e distribuito in Messico, il capo dello Stato argentino ha sottolineato che «l'accordo costituisce una prova molto buona di come il settore privato e quello pubblico possono lavorare insieme per il bene delle popolazioni». Fernández ha aggiunto che per quanto riguarda la distribuzione sul territorio latinoamericano del vaccino, che attualmente si trova nella "fase 3" della sperimentazione, essa avverrà «grazie all'appoggio finanziario della Fondazione messicana "Carlos Slim" (uno degli uomini più ricchi del subcontinente) che trasformerà l'operazione in un progetto senza scopo di lucro».

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COMMENTI
 

sedelin 3 anni fa su tio
ecco: "un mistero". qualche domanda su questo circo sorge da tempo... altro che complottismo!
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