La Camera a maggioranza democratica ha votato per la loro rimozione: «Spazziamo via le ultime tracce della segregazione»
WASHINGTON - Sull'onda delle proteste contro il razzismo seguite alla morte di George Floyd, la Camera dei rappresentanti americana, a maggioranza democratica, ha votato a favore della rimozione dei monumenti e delle statue dedicate ai comandanti confederati da Capitol Hill, sede del Congresso statunitense.
«È il momento di spazzare via le ultime tracce di Jim Crow (le leggi razziste adottate dopo la guerra civile in molti Stati del sud, ndr) e dell'umiliazione della gente solo per il loro colore della pelle», ha affermato il leader della maggioranza democratica alla Camera, Steny Hoyer. A votare con i democratici sono stati anche 72 repubblicani.
Sotto le austere volte del Congresso si conta una dozzina di statue che raffigurano comandanti sudisti. Alcune stanze e persino edifici del complesso, poi, sono dedicate a ex parlamentari noti per essere segregazionisti e suprematisti bianchi.
Le leggi di Jim Crow sono norme statali e locali che, tra fine Ottocento e inizio Novecento, hanno imposto la segregazione razziale negli Stati del Sud dopo la secessione confederata e l'abolizione della schiavitù. "Jump Jim Crow" era una canzone d'inizio Ottocento interpretata e ballata dall'artista bianco Daddy Rice che, con il viso dipinto di nero, ridicolizzava il personaggio afroamericano di fantasia "Jim Crow".