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CINACina: il primo vaccino contro il Covid-19 va ai militari

29.06.20 - 18:58
Il farmaco è stato sviluppato autonomamente dall'esercito e da CanSino, il via libera è presidenziale
Keystone
Fonte Ats ans
Cina: il primo vaccino contro il Covid-19 va ai militari
Il farmaco è stato sviluppato autonomamente dall'esercito e da CanSino, il via libera è presidenziale

PECHINO - Mentre nel mondo si discute su come trattare e distribuire in maniera equa il vaccino contro il Covid-19, i militari cinesi hanno già agito, approvando l'uso del primo antidoto destinato ai soldati grazie agli sviluppi messi a punto da una propria unità di ricerca e da CanSino Biologics, società biotech quotata a Hong Kong. Lo ha riferito la stessa CanSino in un file inviato alla Borsa. Allo stato, più della metà dei 17 vaccini potenziali identificati dall'Oms sono nella fase di valutazione clinica e coinvolgono compagnie o istituti cinesi.

CanSino ha detto di aver ricevuto il via libera dalla Commissione centrale militare, a capo della quale c'è il presidente Xi Jinping nel ruolo di Commander-in-chief, per la prima somministrazione su larga scala a partire dal 25 giugno e per la durata di un anno, non estendibile senza una specifica nuova approvazione. Incerta l'ampiezza dell'iniziativa, visto che il numero di soldati coinvolti non è stato chiarito per «ragioni di privacy commerciale».

Il vaccino ha concluso velocemente le fasi uno e due di sperimentazione, ma la società ha ammesso di non poter «garantire» la commercializzazione del prodotto, i cui risultati clinici sono finiti sulla rivista scientifica Lancet per la capacità d'attivare il sistema immunitario, almeno parzialmente.

Il vaccino è stato sviluppato congiuntamente da CanSino e dal Beijing Institute of Biotechnology, parte dell'Accademia militare di scienze mediche. La compagnia di biotech ha collaborato fin dalle prime battute con l'Accademia militare di scienze mediche e ha avviato anche una sperimentazione sull'uomo in Canada. Gli sviluppi non sono una sorpresa: l'input dalla leadership del Partito comunista era di bruciare i tempi per l'antidoto anti-Covid-19.

«Gli scienziati militari hanno avuto l'ordine di vincere la guerra globale per mettere a punto il vaccino», aveva non a caso titolato a marzo il South China Morning Post. E a capo del team dei militari e della CanSino era finita l'epidemiologa Chen Wei, che ha il grado di maggior generale. Il vaccino usa il metodo del "vettore virale" con il quale si fa leva di un adenovirus (di tipo benigno, come per quello del raffreddore), capace di diffondersi nell'organismo senza farlo ammalare. Nel suo genoma i ricercatori hanno però aggiunto un elemento di Dna artificiale capace, una volta riconosciuto dal sistema immunitario, di generare una reazione difensiva. La fase tre della sperimentazione consente di migliorare dosaggi e impatto, con tanto di valutazione più accurata degli eventuali effetti collaterali.

La "guerra di popolo" contro il coronavirus, caldeggiata dal presidente Xi, include anche il vaccino per un'affermazione su scala globale. Il messaggio geopolitico di oggi punta a chiarire che la Cina è prima nella gara mondiale puntando, tuttavia, non sulle fasce deboli della popolazione, ma sui militari.

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