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REGNO UNITO / CINAJohnson promette passaporti ai cittadini di Hong Kong

03.06.20 - 13:55
Sfidando la Cina, il premier britannico intende facilitare il rilascio di visti per gli abitanti dell'ex colonia.
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Visti facilitati per aprire loro la «strada per la cittadinanza»
Visti facilitati per aprire loro la «strada per la cittadinanza»
Fonte Ats
Johnson promette passaporti ai cittadini di Hong Kong
Sfidando la Cina, il premier britannico intende facilitare il rilascio di visti per gli abitanti dell'ex colonia.

LONDRA / PECHINO - Boris Johnson alza i toni con la Cina dopo che Pechino ha imposto una nuova legge sulla sicurezza che, secondo i detrattori, rischia di limitare la libertà degli abitanti di Hong Kong. Il premier di Londra ha infatti promesso di offrire visti facilitati per il Regno Unito a 2,6 milioni dei circa 7,5 milioni di cittadini dell'ex colonia britannica, aprendo loro la «strada per la cittadinanza».

Si tratta «del più grande cambiamento» nel sistema britannico dei visti nella storia, ha scritto Johnson sul Times. Questo passo permetterà agli honkonghesi che dispongono di un passaporto "British National (Overseas)" di vivere nel Regno Unito per un anno anziché sei mesi, di lavorarvi e di richiedere, quando avranno i requisiti, la cittadinanza britannica. Al contrario di quanto inizialmente immaginato, la misura non sarà riservata solo ai cittadini del territorio che già dispongono di un passaporto "British National (Overseas)" (circa 300mila), ma a tutti coloro che ne hanno diritto in virtù del fatto che erano residenti permanenti di Hong Kong fino al 30 giugno 1997, data in cui il territorio passò dal Regno Unito alla Cina. Si tratta di circa 2,6 milioni di persone.

Il passaporto "British National (Overseas)" ("Cittadino britannico (oltremare)") è un documento di viaggio che non conferisce la cittadinanza britannica al suo detentore, ma gli permette di risiedere fino a sei mesi (prossimamente fino a un anno) nel Regno Unito. 

Lam: «La legge tutela l'unità del Paese» - La sovranità cinese «è minacciata da forze che si appellano al separatismo e perfino al terrorismo, in aumento a Hong Kong»:  di ritorno dalla sua missione a Pechino, la governatrice del territorio autonomo cinese, Carrie Lam, ha osservato che «il governo centrale non aveva altre alternative che un'azione stringente a tutela del Paese unito».

Dopo un incontro di tre ore, Lam ha detto che il vicepremier Han Zheng ha assicurato che la legge non colpirà i diritti legittimi della maggioranza, ma avrà «come bersaglio un piccolo numero di persone che mette in pericolo» la sicurezza nazionale.

«I leader europei dicano "no" alla legge» - Gli attivisti democratici di Hong Kong hanno lanciato una «petizione globale» rivolta ai leader dell'Unione Europea perché si oppongano alla legge sulla sicurezza nazionale imposta dalla Cina. È l'iniziativa annunciata da Demosisto, il partito co-fondato da Joshua Wong, in una conferenza stampa tenuta oggi davanti al parlamentino di Hong Kong.

«Sono circa 15 i Paesi che non hanno ancora preso posizione - ha dichiarato Wong -. Invitiamo più residenti a Hong Kong ad aderire all'iniziativa e speriamo che più leader europei stiano dalla parte di Hong Kong».
 
 


 
 

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