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ITALIACoronavirus, l'Italia alla prova della Fase 2

02.05.20 - 23:33
Scatta la parziale riapertura del paese. Fondamentali il monitoraggio e la campagna di test sierologici
Archivio Keystone
Fonte ATS
Coronavirus, l'Italia alla prova della Fase 2
Scatta la parziale riapertura del paese. Fondamentali il monitoraggio e la campagna di test sierologici

ROMA - Da lunedì scatta la Fase 2 di parziale riapertura dell'Italia dopo il lockdown degli ultimi due mesi. E per il sistema sanitario sarà una grande prova. In campo, precise misure di monitoraggio per il rischio sanitario legato alla epidemia di Covid-19 in vista di nuovi possibili focolai, ma anche l'avvio della campagna di test sierologici sulla popolazione per verificare la diffusione dell'infezione in base alla percentuale di soggetti che avrà sviluppato anticorpi al virus SarsCov2.

La Fase 2 sanitaria vedrà inoltre un uso ampio dei tamponi su categorie prioritarie e avrà come obiettivo anche il rafforzamento dell'assistenza sul territorio e delle cure a casa, oltre alla riorganizzazione dell'assistenza ospedaliera.

Al via i primi 150'000 test - Dal 4 maggio in molti laboratori selezionati dal Ministero della Salute arriveranno i test sierologici e comincerà l'indagine campionaria cui verranno sottoposti i primi 150'000 italiani presenti nel campione definito da Istat e Inail. I cittadini, ha spiegato il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri, «verranno contattati nei prossimi giorni e verrà chiesto loro di sottoporsi al test nel laboratorio più vicino. Ovviamente lo faranno gratuitamente». Intanto, l'Asl di Taranto ha disposto la sospensione dei test sierologici decisi dall'azienda sui dipendenti dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto perché, contrariamente ai tamponi, non consentono la diagnosi di malattia.

Il monitoraggio - Tre sono i macro criteri individuati dal decreto del 30 aprile del ministro della Salute i cui valori di soglia e di allerta dovranno essere monitorati nella fase 2: capacità di monitoraggio, capacità di accertamento diagnostico, tenuta dei servizi sanitari. Venti, in tutto, gli indicatori da tenere sotto controllo. Tra questi, numero di casi sintomatici notificati per mese, percentuale di tamponi positivi, numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi quattordici giorni, valore dell'indice di contagio R0, numero di nuovi focolai, numero di accessi al pronto soccorso e tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva per pazienti Covid. La classificazione dei rischi - sulla base della quale potrebbero scattare nuovi lockdown e zone rosse - sarà definita ogni settimana da una cabina di regia che coinvolgerà anche le Regioni.

I tamponi - Un target prioritario per l'esecuzione dei tamponi per rilevare la presenza dell'infezione da SarsCov2 sono i nuclei familiari all'interno dei quali siano presenti malati di Covid-19. Lo prevede una recente circolare del Ministero della Salute e «tale orientamento - afferma all'Ansa il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa - viene confermato anche per la fase 2».

Le cure a casa - Ad oggi sono 420 in Italia le Unità speciali di continuità assistenziale (USCA), team di medici attrezzati per le cure a casa dei pazienti Covid. Al momento garantiscono la copertura solo di un terzo della popolazione italiana, ma dovranno rivestire un ruolo centrale nella fase 2 al fine di prevenire il rischio di saturazione degli ospedali se nuovi focolai epidemici dovessero riaccendersi. Secondo i dati della Federazione dei medici di famiglia, le Usca sono presenti in tredici Regioni ma la legge ne prevede una ogni 50'000 abitanti.

Covid Hospital e terapie intensive - Il governo punta a intensificare in tutto il territorio la presenza di Covid Hospital per la gestione ospedaliera dei pazienti Covid, in modo da ridurre notevolmente il rischio di contagio per operatori sanitari e pazienti. Potenziati anche i posti in terapia intensiva, che attualmente sono raddoppiati arrivando a circa 9'000.

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