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LUSSEMBURGOIl Lussemburgo ci prova: «Meglio isolare malati e contagiosi piuttosto che chiudere interi settori»

04.05.20 - 10:06
«Riaprono le scuole, con studenti che alternativamente frequenteranno le classi e lavoreranno da casa»
Keystone/men.lu
Il Lussemburgo ci prova: «Meglio isolare malati e contagiosi piuttosto che chiudere interi settori»
«Riaprono le scuole, con studenti che alternativamente frequenteranno le classi e lavoreranno da casa»
Il Granducato spenderà 40 milioni per controllare cittadini e lavoratori stranieri. Claude Meisch: «Una briciola rispetto alle perdite per un secondo lockdown».

LUSSEMBURGO - Un test sierologico per tutti i cittadini e per tutti i frontalieri, così da controllare e – magari – isolare il coronavirus e tornare a una vita quasi normale. Il Lussemburgo si è posto un obiettivo ambizioso, ha fissato un traguardo importate, che se tagliato potrebbe fare da caso scuola e rivoluzionare l'approccio alla crisi a livello globale.

«Di questo virus sappiamo molto poco, per certi versi non sappiamo nulla – ci ha raccontato Claude Meisch, Ministro dell'Istruzione e di Infanzia e Gioventù in Lussemburgo – Come si trasmette davvero? Quanto si rimane contagiosi? Come e quanto muta? Ci servono maggiori informazioni per tentare di trovare soluzioni efficaci, che ci permettano di convivere con esso nei prossimi mesi».

Da qui l'idea di far fare un test sierologico a ognuno dei circa 600'000 lussemburghesi.
«Non c'è l'obbligo, ma sarà data la possibilità a ogni cittadino di fare questa analisi. Stiamo attrezzandoci per fare 20'000 test al giorno, così da completare tutto il processo entro un mese. I dati raccolti ci permetteranno di capire chi è entrato in contatto con il virus, chi è ancora malato, chi è a rischio...».

E prendere così i necessari provvedimenti per tornare alla quotidianità pre-virus.
«Questo no. La normalità tornerà solo quando sarà disponibile il vaccino. Conoscendo esattamente la situazione di ogni cittadino potremo però evitare di fermare interi settori della nostra comunità. L'obiettivo del test a tappeto è quello di arrivare a isolare i soggetti malati o quelli a rischio, permettendo agli altri di riprendere le proprie attività. Meglio questo che procedere a un blocco totale».

Le scuole riaprono.
«Non tutte. Prima le università. Poi toccherà alle secondarie. Mentre solo il 25 riapriranno quelle fondamentali. Le lezioni non saranno in ogni caso normali. Abbiamo pensato a programmi misti, con studenti che alternativamente frequenteranno le classi e lavoreranno da casa. Questo sarà possibile studiando i primi risultati del test. Al posto di tenere fermi tutti i ragazzi, bloccheremo solo quelli malati o contagiosi».

L'iniziativa toccherà pure i lavoratori frontalieri, che quotidianamente entrano in Lussemburgo da Francia, Germania e Belgio.
«Recuperare informazioni su chi frequenta il nostro territorio è fondamentale. Anche in questo caso, però, i test non saranno obbligatori. Ai lavoratori sarà inviata una comunicazione riportante il giorno e le modalità del test. Poi toccherà a loro presentarsi. Non credo a ogni modo che saranno molti quelli che rifiuteranno di sottoporsi all'esame. Ci sono anzi già arrivate richieste da parte di queste persone, che apprezzano la nostra offerta e sono anzi impazienti di poter sapere qualcosa di più sul loro stato di salute. È un'opportunità per tutti».

Con il coronavirus la pressione sulle frontiere è aumentata.
«La libertà a cui eravamo abituati non esiste più. In Lussemburgo, come in molti altri Paesi europei d'altronde, il transito dalle frontiere è possibile solo per chi ha comprovate esigenze lavorative. La speranza è ora di poter procedere a nuove aperture, ma solo quando la situazione sarà migliorata, quando lo stato di salute di chi entra nel Granducato sarà garantito».

La situazione in Canton Ticino è simile. Dall'Italia entra al momento solo chi deve recarsi al lavoro. I frontalieri sono 70'000.
«In Lussemburgo sono 200'000 e senza di loro la nostra economia si fermerebbe».

Sicurezza sanitaria e spinta all'economia: per questo avete deciso di investire 40 milioni di euro per i test a tappeto?
«Quello è il budget previsto per l'operazione. Potremmo spendere di meno; sicuramente non spenderemo di più. Deve in ogni caso essere chiaro che 40 milioni sono una briciola rispetto alle perdite che avremmo se fossimo costretti a un secondo lockdown. Fermare tutto sarebbe estremamente più costoso».

Se vincente, la vostra iniziativa è replicabile su larga scala?
«Essere uno Stato piccolo è sicuramente un vantaggio. Se dimostreremo di essere in grado di tenere sotto controllo il virus e, così facendo, di riportare un po' di libertà ai nostri cittadini, gli altri Paesi potrebbero tuttavia anche finire con il copiarci. Avrebbero altri costi, certo, ma anche la sicurezza della riuscita del programma. E un'iniziativa congiunta renderebbe molto più efficace la lotta alla pandemia».

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COMMENTI
 

spank77 3 anni fa su tio
Riguardo al testo sierologico... Va bene a corto termine, a patto che venga rifatto periodicamente perché non sappiamo per quanto tempo siamo immuni al virus

MIM 3 anni fa su tio
Risposta a spank77
Gli anticorpi, una volta formati, non se ne vanno. Restano in memoria nel nostro sistema immunitario che li produce quando necessario.

pillola rossa 3 anni fa su tio
Risposta a spank77
Poco tempo spank, è un dato di fatto. Puoi riavere il virus come accade per il raffreddore. A questo punto la strategia dello stare in casa non serve a nulla.

spank77 3 anni fa su tio
Risposta a MIM
Bravo infatti in vaccini di richiamo le fanno coso tanto per fare.

spank77 3 anni fa su tio
Risposta a spank77
Anzi visto che la CH e così brava a redigere prospetti, documenti e a pubblicarli in rete... Ma un po meno brava a diffondere in seguito L informazione colgo L occasione, qualora il tuo medico non lo avesse fatto di andare sul sito ufficiale del calendario vaccinale Svizzero e vedere se eventualmente e il caso che fai una o più vaccinazioni di richiamo

spank77 3 anni fa su tio
Ok però la condizione dell applicazione totale delle misure di prevenzione distanza e igiene devono essere accompagnate dall obbligo di indossare ma mascherina in luoghi dove non e possibile mantenere la distanza. Perché rischiare? L utilizzo per la popolazione della mascherina chirurgica era stata pianificata nel piano pandemico Post SARS Nel 2007... In caso di pandemia, livello 6, e specifico: sia per i sani che per i sintomatici. A volte e meglio ammettere di avere fatto un errore piuttosto che indurre le persone a credere che non serva a nulla.

Maxy70 3 anni fa su tio
Torniamo a precisare, per chi si ritiene già in salvo, che in Ticino la mortalità fra i contagiati é del 10%, il DOPPIO della media svizzera. Ovviamente essendo direttamente a contatto con la "zona rossa", per il Ticino occorrono ancora misure di protezione eccezionali. Non siamo ancora oltre il fosso!

spank77 3 anni fa su tio
Risposta a Maxy70
Se -in luoghi di elevate frequentazione, come bus, centri commerciali…- non si decidono a mettere l'obbligo della mascherina in aggiunta delle altre misure E se il virus è ancora virulento come prima...allora fra un mese qui saremo probabilmente al punto di partenza...mentre altrove dove le misure sono piu rigide l'economia continuerà a funzionare (Italia, Germania, Belgio, Austria...neanche farlo apposta noi siamo proprio al centro…)

marco17 3 anni fa su tio
Risposta a Maxy70
Ma che cosa racconti: nelle province italiane di confine, il virus è molto meno diffuso che in Ticino: è più facile che un lavoratore frontaliere si faccia contagiare venendo in Ticino a lavorare, rispetto al rischio di essere contagiato da lui. Se desideri stare chiuso in casa perché hai paura è un tuo diritto, ma non terrorizzare gli altri con le tue ansie smisurate.

Don Quijote 3 anni fa su tio
Risposta a Maxy70
Io non mi sono mai sentito minacciato, non soffro di nessuna malattia e soprattutto non ho 80 anni. Quale sarebbe la zona rossa direttamente a contatto? Giusto per capire, se per zona rossa intendi la Lombardia, allora dovresti spiegare come mai il sopraceneri ha il triplo dei contagi rispetto al sottoceneri, considerando che nel sottoceneri vivono più persone e c’è un maggior numero di lavoratori frontalieri e turisti della spessa, qualcosa ti sfugge! Per il vostro bene, ripeto e insisto, se avete fobia, vi sentite vecchi, malati o entrambe le cose, RESTATE a CASA, fatte un piacere a tutti e lasciate lavorare chi ne ha bisogno perché il pane quotidiano non glielo passa il convento. Non tutti possiamo stare tranquilli a casa a fare niente con lo stipendio all’80% senza nemmeno l’obbligo di cercare lavoro … e con la sicurezza di ritrovarsi il più tardi possibile il lavoro statale di sempre. Quelli intelligenti sanno che le risorse non sono infinite e che il fermo di adesso porterà lunga tempesta più tardi, e lì potrai rimanere a casa quanto ti pare a pane e cipolla.

spank77 3 anni fa su tio
Risposta a spank77
Tra L altro anche in Lussemburgo e obbligatoria

seo56 3 anni fa su tio
No comment!
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