Il coronavirus negli Usa sta avendo una connotazione sempre più ampia, e così, le proteste in tutto il Paese impazzano
WASHINGTON - Negli Stati Uniti la situazione è parecchio calda. In diversi Stati stanno infatti avendo luogo proteste e manifestazioni contrarie alle misure di isolamento imposte dai Governatori.
La serie di proteste ha avuto inizio a Lansing, in Michigan, dove un nutrito gruppo di cittadini è sceso giovedì in strada per chiedere alla Governatrice Gretchen Whitmer di revocare le disposizioni contro il coronavirus, manifestando con cori e cartelli, «mettetela in galera» tra le urla dei partecipanti.
Durante il weekend però le proteste si sono estese ad altri Stati, tra cui California, Kentucky, Arizona, e Colorado. Tra le richieste spicca, oltre alla riapertura delle aziende, quella di maggiore libertà: di scelta e di spostamento.
Da parte sua, secondo i Governatori di diversi Stati, il Presidente Donald Trump ha gettato benzina sul fuoco ammettendo che trova le decisioni di alcuni Stati troppo rigide, invocando di "liberare" Michigan, Minnesota e Virginia (tre Stati a guida democratica).
Ma nel frattempo la protesta è dilagata, coinvolgendo anche Stati governati da repubblicani, come il Texas e il Maryland, dove i manifestanti hanno inscenato il funerale dello Stato, esclamando: «È morto il Maryland che conoscevamo».
E così, possibilmente a causa dell'avvicinarsi delle elezioni, l'emergenza coronavirus, già a cavallo tra aspetti sanitari ed economici del Paese, ha iniziato a mischiarsi sempre più con ideologie politiche e sociali. Nel calderone Covid-19 statunitense si è così formata una miscela micidiale. Non si tratta più solo di sanità, o di economia, ma di chi è libero e chi meno, di chi è repubblicano e chi democratico, di chi sta a casa, e di chi definisce le misure di quarantena una dittatura: il Governatore del Minnesota Tim Walz è stato addirittura paragonato ad Hitler.
L'intenzione di Trump, e di altri Governatori, è quella di far ripartire il motore economico il prima possibile. Nel frattempo però il coronavirus continua a mordere, con 40'000 decessi e 735'000 contagi.