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ITALIASeconda ondata? «Più certezza che ipotesi»

17.04.20 - 19:49
È quanto sostiene Walter Ricciardi, rappresentante italiano dell'Oms
Keystone
Walter Ricciardi
Walter Ricciardi
Fonte ATS ANS
Seconda ondata? «Più certezza che ipotesi»
È quanto sostiene Walter Ricciardi, rappresentante italiano dell'Oms

ROMA - Una seconda ondata di epidemia in autunno? «Più che un'ipotesi è una certezza. Fino a quando non avremo un vaccino ci saranno nuove ondate o, speriamo, tanti piccoli focolai epidemici che andranno contenuti. Per questo è molto importante non accelerare le riaperture: in caso contrario la seconda ondata invece di averla più avanti rischiamo di subirla prima dell'estate». Lo afferma Walter Ricciardi, rappresentante italiano dell'organizzazione mondiale della sanità (Oms) al giornale ilcaffeonline.it.

Le scelte «azzardate di alcuni leader politici mondiali - ha spiegato Ricciardi - sono responsabili degli effetti sui loro popoli. Se ci sono stati più morti rispetto ad altri è perché le decisioni sono state prese o in modo tardivo o in modo sbagliato. L'esempio più eclatante è quello della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, dove i governi non hanno ascoltato i consiglieri scientifici e hanno reagito in maniera estremamente ritardata". Di contro, "in paesi come la Corea del Sud, la Finlandia e la Germania, dove c'è una linea di comando unica e un rapporto diretto tra politica sensibile e istituzioni ben funzionanti, le cose vanno meglio».

Fino a quando non registreremo una immunità di gregge provocata favorevolmente dal vaccino, ha avvertito l'esperto, «avremo una lunga fase di convivenza col virus. Speriamo che sia una convivenza di mesi e non di anni, ma ci troveremo di fronte a una nuova normalità». La misura più importante, ha rilevato, «sarà il distanziamento fisico, la distanza tra le persone che non sono certe del loro stato immunologico. Naturalmente questo stato potrà essere conosciuto e tracciato meglio attraverso una diagnostica più estesa e mirata e grazie all'uso delle tecnologie. Non c'è dubbio che i paesi che hanno reagito meglio sono quelli che hanno utilizzato meglio le armi della diagnostica e delle tecnologie. Su questo - ha concluso - ho invitato da diversi giorni i miei colleghi e i decisori ad agire con più rapidità rispetto a quanto fatto finora».

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