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VATICANOPapa Francesco invita a superare «la cultura dello scarto»

08.04.20 - 08:51
Il pontefice prega affinché mafiosi, usurai e sfruttatori si convertano
keystone-sda.ch (VATICAN MEDIA HANDOUT)
Il Papa ha pregato affinché mafiosi, usurai e sfruttatori si convertano.
Il Papa ha pregato affinché mafiosi, usurai e sfruttatori si convertano.
Fonte Ats Ans
Papa Francesco invita a superare «la cultura dello scarto»
Il pontefice prega affinché mafiosi, usurai e sfruttatori si convertano

CITTÀ DEL VATICANO - «Alcuni governi hanno preso misure esemplari, con priorità ben definite, per difendere la popolazione. Ma ci stiamo rendendo conto che tutto il nostro pensiero, ci piaccia o non ci piaccia, è strutturato attorno all'economia. Si direbbe che nel mondo finanziario sacrificare sia normale. Una politica della cultura dello scarto. Da cima a fondo». Lo dice papa Francesco in un'intervista allo scrittore e giornalista britannico Austen Ivereigh sulla crisi mondiale provocata dalla pandemia, la cui traduzione italiana è pubblicata da Civiltà Cattolica.

«Penso per esempio alla selettività prenatale - spiega il Pontefice -. Oggi è molto difficile incontrare per strada persone con la sindrome di Down. Quando la si vede nelle ecografie, li rispediscono al mittente. Una cultura dell'eutanasia, legale od occulta, in cui all'anziano le medicine si danno fino a un certo punto».

«Penso all'enciclica di papa Paolo VI, la Humanae vitae - continua nell'intervista -. La grande problematica su cui all'epoca si concentravano i pastoralisti era la pillola. E non si resero conto della forza profetica di quell'enciclica, anticipatoria del neomalthusianismo che stava preparandosi in tutto il mondo. È un avvertimento di Paolo VI riguardo all'ondata di neomalthusianismo che oggi vediamo nella selezione delle persone secondo la possibilità di produrre, di essere utili: la cultura dello scarto».

«I senzatetto restano senzatetto - aggiunge Francesco -. Giorni fa ho visto una fotografia, di Las Vegas, in cui erano stati messi in quarantena in un parcheggio. E gli alberghi erano vuoti. Ma un senzatetto non può andare in un albergo. Qui la si vede all'opera, la teoria dello scarto».

Discorsi populisti di oggi e Hitler nel 1933 - «Oggi, in Europa, quando si cominciano a sentire discorsi populisti o decisioni politiche di tipo selettivo non è difficile ricordare i discorsi di Hitler nel 1933, più o meno gli stessi che qualche politico fa oggi».

«Dice un proverbio spagnolo: "Dio perdona sempre, noi qualche volta, la natura mai" - risponde il Pontefice alla domanda se nell'attuale crisi si possa scorgere una prospettiva di conversione ecologica -. Non abbiamo dato ascolto alle catastrofi parziali. Chi è che oggi parla degli incendi in Australia? E del fatto che un anno e mezzo fa una nave ha attraversato il Polo Nord, divenuto navigabile perché il ghiaccio si era sciolto? Chi parla delle inondazioni? Non so se sia la vendetta della natura, ma di certo è la sua risposta».

«Abbiamo una memoria selettiva - osserva -. Vorrei insistere su questo. Mi ha impressionato la celebrazione del settantesimo anniversario dello sbarco in Normandia. C'erano personaggi di punta della politica e della cultura internazionale. E festeggiavano. Certo, è vero che fu l'inizio della fine della dittatura, ma nessuno si ricordava dei 10'000 ragazzi caduti su quella spiaggia».

«Quando sono stato a Redipuglia, nel centenario della fine della Prima guerra mondiale, si vedeva un bel monumento e nomi sulla pietra, e nient'altro - ricorda Francesco -. Ho pianto pensando a Benedetto XV (alla 'inutile strage'), come pure ad Anzio, nel giorno dei defunti, pensando a tutti i soldati nordamericani sepolti là. Ognuno aveva una famiglia, al posto di ciascuno di loro potevo esserci io».

«Mi viene ancora in mente un verso di Virgilio: Meminisce iuvabit - aggiunge -. Farà bene recuperare la memoria, perché la memoria ci aiuterà. Oggi è tempo di recuperare la memoria. Non è la prima pestilenza dell'umanità. Le altre sono ormai ridotte ad aneddoti».
 
«Dio converta mafiosi e chi sfrutta i poveri» - «Preghiamo oggi per la gente che in questo tempo di pandemia fa commercio con i bisognosi: approfittano della necessità degli altri e li vendono, i mafiosi, gli usurai e tanti altri. Che il Signore tocchi il loro cuore e li converta». Lo ha detto papa Francesco all'inizio della messa del mattino a Casa Santa Marta.

«Mercoledì santo - ha detto il Papa nell'omelia, commentando le letture - è chiamato anche 'mercoledì del tradimento', il giorno nel quale si sottolinea nella Chiesa il tradimento di Giuda». «Giuda vende il maestro - ha proseguito -. Quando noi pensiamo al fatto di vendere gente, viene alla mente il commercio fatto con gli schiavi dall'Africa per portarli in America, ma è cosa vecchia... Poi il commercio per esempio delle ragazze yazide vendute a Daesh, ma è cosa lontana... Anche oggi si vende gente, tutti i giorni», ha avvertito il Pontefice. «Ci sono dei Giuda che vendono i fratelli, le sorelle, sfruttandoli nel lavoro, non pagando il giusto, non riconoscendo i doveri - ha spiegato -. Anzi, vendono tante volte le cose più care. Io penso che per essere più comodo un uomo è capace di allontanare i genitori, e non vederli più, metterli al sicuro in una casa di riposo, e non andare a trovarli. Vende. C'è un detto molto comune, parlando di gente così, dice che questo è capace di vendere la madre. E la vendono, per essere tranquilli».

«Oggi il commercio umano è come i primi tempi, si fa - ha affermato Francesco -. E questo perché? Perché Gesù lo ha detto, lui ha dato al denaro una 'signoria', Gesù ha detto 'non si può servire Dio e il denaro', due signori. E ognuno di noi deve scegliere: o servi Dio, sei libero, nell'adorazione e nel servizio, o servi il denaro, e sarai schiavo del denaro. Questa è l'opzione». «Tanta gente vuol servire Dio e il denaro, e questo non si può fare - ha continuato -. Alla fine fanno finta di servire Dio per servire il denaro. Sono gli sfruttatori nascosti, sono socialmente impeccabili, ma sotto il tavolo fanno il commercio anche con la gente, non importa».

Secondo il Pontefice, «lo sfruttamento umano è vendere il prossimo. Giuda se ne è andato ma ha lasciato dei discepoli, che non sono discepoli suoi ma del diavolo». Parlando di Giuda, il Papa ha detto che «l'amore al denaro lo aveva portato fuori delle regole, a rubare. E da rubare a tradire c'è un passo, piccolino. Chi ama troppo i soldi tradisce per averne di più, sempre, è una regola, è un dato di fatto». «Il diavolo entrò in Giuda - ha osservato -. È stato il diavolo a condurlo a questo punto. E come finì la storia? Il diavolo è un cattivo pagatore, non è un pagatore affidabile. Ti promette tutto, ti fa veder tutto e alla fine ti lascia solo nella tua disperazione, per impiccarti».

«Pensiamo a tanti Giuda istituzionalizzati in questo mondo, che sfruttano la gente - ha concluso Francesco -. E pensiamo anche al piccolo Giuda che ognuno di noi ha dentro di sé, e allora deve scegliere fra lealtà o interesse. Ognuno di noi ha la capacità di tradire, di vendere, di scegliere per il proprio interesse, ognuno di noi ha la possibilità di lasciarsi attirare per l'amore dei soldi, o dei beni, o del benessere futuro. Giuda dove sei? Ma la domanda la faccio a ognuno di noi. Tu Giuda, il piccolo Giuda che ho dentro, dove sei?».

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