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MONDOCoronavirus, gli Stati Uniti hanno più che doppiato la Cina

31.03.20 - 08:01
Tutti gli aggiornamenti internazionali sulla pandemia
keystone-sda.ch / STF (Alex Brandon)
Donald Trump durante il consueto briefing sulla situazione riguardante il coronavirus.
Donald Trump durante il consueto briefing sulla situazione riguardante il coronavirus.
Fonte ATS ANS
Coronavirus, gli Stati Uniti hanno più che doppiato la Cina
Tutti gli aggiornamenti internazionali sulla pandemia
Sul suolo americano si contano 164mila casi positivi e oltre 3160 morti. In Cina aleggia lo spettro dello stop dell'economia. Morto l'ex presidente del Congo Yhombi Opango.

NEW YORK - La diffusione del coronavirus prosegue la sua fase esponenziale. Superato pochi giorni fa lo scoglio del mezzo milione di contagi confermati, la pandemia viaggia spedita verso quota 800mila, con gli Stati Uniti che hanno ormai più che doppiato il numero di casi dichiarato dalla Cina. Siamo a 164mila con oltre 3160 morti.

Il presidente americano Donald Trump ha affermato che gli Usa sono pronti a fronteggiare un'eventuale nuova ondata di Covid-19 dopo l'estate, come ipotizzata dal virologo Anthony Fauci: «Potrebbe davvero accadere, ma sarebbe tutta un'altra cosa grazie alla maggiore capacità di fare i test e alla possibilità di arrivare a un vaccino».

«Non è finita» - In Asia e nel Pacifico l'epidemia «è tutt'altro che finita. Questa sarà una battaglia a lungo termine e non possiamo abbassare la guardia». Lo ha detto oggi Takeshi Kasai, direttore regionale dell'Oms per il Pacifico occidentale in un briefing in videoconferenza, riporta il Guardian. «Anche nei paesi e nelle aree di questa regione in cui la curva dei contagi si è appiattita, continuano a comparire nuovi focolai e i casi importati continuano a destare preoccupazione», ha aggiunto il consigliere tecnico Matthew Griffith, citando Singapore e Corea del Sud. «Abbiamo bisogno che ogni paese continui a prepararsi per una trasmissione su larga scala nella comunità», ha aggiunto Kasai, avvertendo i paesi in cui si registra una riduzione dei casi a non abbassare la guardia, altrimenti il coronavirus potrebbe ritornare con forza. Il funzionario ha poi citato i paesi con risorse limitate, come quelli nelle isole del Pacifico, poiché devono spedire all'estero i campioni per le diagnosi, ma le restrizioni nei trasporti lo stanno rendendo più difficile. Griffith ha aggiunto che l'Oms si aspetta che nessun paese sia al sicuro. E ha stimato che l'epicentro della pandemia, al momento in Europa, probabilmente si sposterà in altre regioni.

L'economia cinese rischia lo stop - Nel Paese da cui l'epidemia si è propagata, la crisi sanitaria (solo 48 nuovi casi ieri, tutti importati) sta cedendo il passo a quella economica. Secondo il capo economista della Banca mondiale per la regione, le ricadute della pandemia potrebbero portare a un arresto dell'economia cinese esponendo al rischio di povertà oltre 11 milioni di persone.

Tokyo pensa allo stato d'emergenza - Nel frattempo, il governo nipponico sta esplorando la possibilità di decretare lo stato di emergenza, mentre continua a preoccupare l'impatto della pandemia sulla terza economia mondiale. Il canale pubblico Nhk rivela che la maggioranza dei membri della commissione di esperti istituita dall'esecutivo è a favore di una tale soluzione, molti dei quali preoccupati sulle implicazioni che il ritardo potrebbe comportare sull'andamento delle infezioni, in particolare a Tokyo.

Morto Yhombi Opango - Tra le vittime del virus nelle ultime ore c'è anche l'ex presidente del Congo, Jacques Joaquim Yhombi Opango, è morto in un ospedale francese a 81 anni. A darne notizia all'agenzia di stampa Afp è stata la famiglia, specificando che il politico aveva patologie pregresse.

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