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MILANOLe strade di Milano svuotate dal virus come neanche a Ferragosto

09.03.20 - 06:01
Reportage dalla metropoli impaurita dopo l'entrata in vigore del decreto d'isolamento
Foto Novaga
Via Vittor Pisani, davanti alla Stazione, era deserta
Via Vittor Pisani, davanti alla Stazione, era deserta
Le strade di Milano svuotate dal virus come neanche a Ferragosto
Reportage dalla metropoli impaurita dopo l'entrata in vigore del decreto d'isolamento
Tra la gente in fila per accedere ai centri commerciali, le poche persone e auto per strada e i controlli invisibili sui treni che partono

MILANO - Milano ieri si è risvegliata stordita come poche altre volte in passato. E che fosse una giornata con rare macchine per le strade e poca gente in giro lo si è capito sin dalle prime ore. Alle 10.30 in viale Forlanini, il lungo boulevard che porta all’aeroporto di Linate, da dove il nostro viaggio ha avuto inizio, le automobili si contavano sulle dita di una mano. Qualcuna in più del solito, le biciclette e i runner diretti al vicino parco Forlanini agevolati da una giornata e da una temperatura primaverile. A Porta Vittoria, all’Esselunga di via Cena, non c’è stata la stessa ressa di due settimane prima con gente che riempiva i carrelli di qualsiasi cosa per timore del coronavirus.

In fila indiana per fare la spesa
Ora che anche Milano è diventata zona di contagio, le persone si mettono in fila indiana quasi con rassegnazione aspettando il proprio turno per entrare muniti di carrello e di tanta pazienza. «Facciamo entrare dieci persone alla volta per motivi di sicurezza» spiega l’impiegato del supermercato che, indossando mascherina e guanti in lattice, gestisce il flusso alla porta d'ingresso. Dentro, ci racconta una signora che è appena uscita con un paio di borse gialle, ci si riesce a muovere con tranquillità e alle casse fanno rispettare la distanza di un metro tra i clienti.

Sotto lo sguardo di Montanelli
Per andare alla Stazione Centrale si passa per il parco di via Palestro, quello su cui affacciano tanti palazzi importanti come, tra gli altri, il centro svizzero e la sede di Ubs. Grazie anche al cielo blu e senza una nuvola e al caldo sole, sono molte le persone che ne approfittano per una boccata d’aria, una corsetta veloce o per portare fuori il cane. Il tutto sotto gli occhi attenti della statua di Indro Montanelli al quale il parco è stato intitolato. 

Il Frecciarossa parte per Napoli
Da lì il tragitto per arrivare alla Stazione Centrale è breve e lo si percorre in pochi minuti. Nel piazzale pochi taxi e qualche persona con i trolley che entra ed esce. Una volta ai binari si scopre che tutti i treni sono regolari e che nessuno è stato sospeso. Nemmeno quelli che vanno più lontano della larga zona isolata costituita dal governo e che costringe (almeno in teoria) i suoi oltre 16 milioni di abitanti a rimanersene a casa. Il Frecciarossa delle 12.10 per Napoli è annunciato in orario e a nessun passeggero viene chiesto il motivo del viaggio. Nemmeno a quelle due signore con mascherina che rifiutano sgarbatamente di rispondere alle domande del cronista.

Centro vuoto come a Ferragosto
Il leit motiv di una giornata con poca gente in giro non cambia nemmeno nelle vie del centro così vuote che nemmeno a Ferragosto. In via Dante, che da piazza Cordusio conduce al Castello Sforzesco, ci sono solo (pochi) pedoni. Lo stesso in via Torino, allegra strada di solito pullulante di persone intente a fare shopping o il classico struscio davanti alle vetrine. Si salva solo, in parte, piazza del Duomo che silenziosa come non mai, offre il suo corollario di negozi senza clienti e bar con tavolini praticamente tutti vuoti. L’ingresso alla cattedrale è consentito, basta fare il ticket alla biglietteria. Ma, nel tempo in cui siamo rimasti seduti sui gradini del Sagrato del Duomo ad ascoltare il silenzio di una città frastornata, sono stati pochi i visitatori entrati.

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