Cerca e trova immobili

DANIMARCACondannata l'impiegata statale danese che rubò 17 milioni in 25 anni

18.02.20 - 17:25
Avrebbe dovuto girarli ad associazioni benefiche: «Bastava aggiungere il proprio numero di conto e andarsene alle Bahamas»
Deposit
Dovrà scontare sei anni e mezzo di carcere (immagine generica)
Dovrà scontare sei anni e mezzo di carcere (immagine generica)
Condannata l'impiegata statale danese che rubò 17 milioni in 25 anni
Avrebbe dovuto girarli ad associazioni benefiche: «Bastava aggiungere il proprio numero di conto e andarsene alle Bahamas»

COPENHAGEN - È stata condannata a sei anni e mezzo di carcere Britta Nielsen, l’impiegata dei servizi sociali danesi riconosciuta colpevole di aver sottratto e occultato 117 milioni di corone di fondi governativi destinati a malati di fibrosi cistica e sordi sull’arco di 25 anni (l’equivalente di quasi 17 milioni di franchi). A determinare la sentenza sono stati «il lungo periodo di tempo nel corso del quale è stato perpetrato il crimine, l’importo rubato e la gravità del reato», ha spiegato la giudice Vivi Sønderskov come riporta dr.dk. 

Alle dipendenze della Commissione nazionale per la salute e lo Stato sociale per 40 anni, Britta Nielsen, 65 anni, doveva trasferire ad organizzazioni come l’Associazione danese fibrosi cistica e l’Associazione danese dei sordi i fondi a loro destinati. L’impiegata - che nel 2018 aveva persino ricevuto una medaglia per il suo lungo servizio - virava però parte del denaro verso il proprio conto in banca: «Si scherzava sempre sul fatto che bastasse aggiungere il proprio numero di conto e andarsene alla Bahamas», ha dichiarato l’ex impiegata statale nel corso del procedimento come riporta il Nordic Journal.

Con i soldi sottratti indebitamente, la 65enne ha comprato oro, dei cavalli per il salto agli ostacoli e una lussuosa villa in Sudafrica, dove È fuggita quando a fine 2018 sono emerse le prime accusa a suo carico. La sentenza arriva al termine di dieci giorni di processo particolarmente caotici, caratterizzati da frequenti interruzioni dovuti a malori dell’imputata e contenziosi tra la corte e la difesa.

Il caso ha suscitato particolare scalpore in Danimarca, un Paese regolarmente in cima alle classifiche sulla trasparenza e i bassi livelli di corruzione. Dal procedimento non risultano responsabilità dei superiori della donna per non aver individuato la malversazione, ma la vicenda ha evidenziato la vulnerabilità della burocrazia danese alle truffe. 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE