La corte suprema australiana blocca l'espulsione di due condannati privi di passaporto perché hanno origini aborigene: una sentenza significativa
CANBERRA - Un aborigeno australiano non può in nessun caso essere considerato uno straniero in Australia, nemmeno se sprovvisto di passaporto australiano. È la significativa conclusione cui è giunta l’Alta Corte di Canberra esprimendosi sul caso di due stranieri condannati all’espulsione per aver commesso dei reati.
I giudici della suprema istanza hanno stabilito 4 voti a 3 che gli indigeni che abitavano il Paese prima dell’arrivo degli europei «hanno una speciale connessione culturale, storica e spirituale con il territorio dell’Australia» e non rispondono perciò alla «descrizione di “straniero” secondo il comune significato del termine». A loro non possono quindi essere applicate in nessun caso le leggi sugli stranieri dello Stato australiano, anche se sono sprovvisti di passaporto.
La corte si pronunciava sul caso di Brendan Thoms e Daniel Love, entrambi cittadini stranieri condannati all’espulsione che potevano però vantare origini aborigene australiane. Thoms, 31enne neozelandese che vive in Australia dal 1994, è riconosciuto come un discendente del popolo Gunggari (Queensland meridionale) da parte della nonna materna. Love, 40enne cittadino della Papua Nuova Guinea e residente in Australia dal 1984, è invece discendente da parte dei bisnonni paterni di aborigeni che abitavano in Australia prima dell’arrivo degli europei.
Dopo aver trascorso quasi un anno e mezzo in un centro di detenzione per migranti in attesa di espulsione, Thoms è stato immediatamente rilasciato dopo il verdetto. Avrebbe dovuto lasciare il Paese a causa di una condanna per violenza domestica per la quale ha già scontato 18 mesi di carcere. Love, candidato all’espulsione per una condanna a più di un anno di detenzione per lesioni personali, è al contrario ancora in attesa che il suo status di aborigeno australiano sia comprovato. Finora, infatti, solo un anziano della tribù dei Kamilaroi ha confermato la sua appartenenza a quel gruppo indigeno.
A livello pratico, la sentenza dell’Alta Corte di Canberra potrebbe applicarsi a un numero molto limitato di aborigeni australiani privi di cittadinanza. Essa rappresenta però un’importante conferma degli inalienabili diritti acquisiti degli indigeni e ribadisce che il Parlamento australiano non è competente a legiferare sulle questioni legate all’appartenenza alle comunità aborigene.