Il mondo politico si è diviso e il Governo ha condannato la manifestazione avvolta nelle polemiche
PARIGI - Oltre 10'000 persone hanno partecipato oggi a Parigi alla discussa Marcia contro l'islamofobia, che nei giorni scorsi ha spaccato la sinistra e provocato molte critiche dall'interno del governo e dalla destra.
"Sì alla critica della religione, no all'odio del credente", "Stop all'islamofobia" sono alcuni degli slogan letti su striscioni e cartelli del corteo organizzato da diverse personalità e associazioni, come il Collettivo contro l'islamofobia in Francia. L'appello a manifestare era stato lanciato quattro giorni dopo l'attacco contro una moschea a Bayonne, un paio di settimane fa, e mentre la Francia è tornata a dividersi sull'annosa questione del diritto di indossare il velo islamico nei luoghi pubblici.
Il mondo politico si è diviso sul tema dell'islamofobia e sull'opportunità della manifestazione. Una parte degli ecologisti non ha preso parte all'iniziativa, i socialisti hanno fatto sapere di lavorare a una manifestazione contro il razzismo e non hanno aderito all'invito, parlando anche di personaggi "vicini ai Fratelli musulmani" fra gli organizzatori.
Nel corteo parigino c'erano invece diversi esponenti de La France Insoumise di Jean-Luc Melenchon (sinistra radicale). Il leader ha twittato «magnifica giornata» dopo aver preso personalmente parte al corteo. Quanto a Marine Le Pen, che aveva parlato di manifestazione «mano nella mano con gli islamisti», ha anche lei postato un tweet: «Avviso ai manifestanti: l'islamismo ha ucciso molti più musulmani in Francia che l'islamofobia (che non ne ha ucciso nessuno!) Questo rivela l'ampiezza della vostra truffa!».
Condanna del corteo anche dal governo: il sottosegretario per i giovani, Gabriel Attal, l'ha definito «insopportabile», mentre la ministra per la Transizione ecologica, Elisabeth Borne, ha parlato di «ambiguità» di una marcia che mette le persone «le une contro le altre».