Sono una delle ultime grandi scoperte della neurologia con un grande potenziale medico ma, per alcuni, il rischi di “andare al di là“ dell'etico c'è
CHICAGO - Mini pseudo-cervelli cresciuti in vitro, gli organoidi cerebrali sono una delle ultime grandi tendenze delle neuroscienze.
Costituiti da cellule staminali umane e delle dimensioni di un piselli in alcuni casi, riportano gli studi, possono sviluppare onde cerebrali spontanee simili a quelle degli embrioni.
Il loro utilizzo nel settore medico è vasto: dallo studio delle malattie prenatali fino alle terapie per schizofrenia, Alzheimer e Parkinson. In alcune ricerche, per così dire, più estreme si parla anche di trapianti nei topi e a interfacce dirette con dei piccoli robot.
È andare troppo in là? Sì, secondo un gruppo di ricercatori che, come riportato dal Guardian, ieri ha voluto prendere posizione a riguardo dal pulpito della Society for Neuroscience.
Alcuni loro colleghi, ne sono convinti, sono al limite: «Se c'è anche una singola possibilità che uno di questi sia senziente, saremo già al di là dell'etica», commenta lo scienziato californiano Elan Ohayon e co-autore dell'intervento, «non vogliamo che si faccia ricerca se c'è del potenziale di sofferenza».
Se la speranza è velata dal dubbio
Al di là dei dilemmi etico e filosofici, secondo molti gli organoidi cerebrali sono uno strumento eccezionale per lo studio del funzionamento del cervello – del quale sappiamo ancora davvero poco – così come di patologie che affliggono milioni di persone. Lavorare su un mini-cerebro funzionante, infatti, permette di raccogliere una grande mole di dati. Ma è proprio qui sta il dilemma: si tratta di sperimentazione umana? Il dibattito è aperto ed è arrivato assieme alla scoperta stessa.
Stando alle ricerche dell'università di Harvard bastano già 8 mesi perché uno di questi mini-cervelli sviluppi le sue reti neuronali e reagiscano, attivandole, se investiti dalla luce.
«Alcuni funzionano già, a livello biologico, come animali semplici», commentano altri due promotori Ann Lam e Paul Tsang. La richiesta di Ohayon è che vengano interrotti tutti gli esperimenti di espianto di organoidi negli animali e dove «esiste un ragionevole dubbio che possano essere senzienti».
Per questo ha sviluppato un modello informatico che possa aiutare i ricercatori a capirlo e a “fare la cosa giusta”: «È un'area ancora inesplorata e c'è un urgente bisogno di chiarezza».
Ma in Ticino, c'è qualcuno che li sta utilizzando? Non secondo il Comitato etico cantonale che ci conferma come, ad oggi, non vi siano state richieste a riguardo.