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BAHAMASI superstiti di Dorian fanno i conti con il futuro

10.09.19 - 06:00
Le autorità cercano di offrire rifugi alle migliaia di sfollati e proseguono nelle operazioni di ricerca dei corpi senza vita
keystone-sda.ch/STF (Fernando Llano)
Alle Bahamas, distrutte da Dorian, si cerca di ripartire.
Alle Bahamas, distrutte da Dorian, si cerca di ripartire.
I superstiti di Dorian fanno i conti con il futuro
Le autorità cercano di offrire rifugi alle migliaia di sfollati e proseguono nelle operazioni di ricerca dei corpi senza vita

NASSAU - Il passaggio di Dorian ha lasciato un'immensa devastazione alle Bahamas, con la quale i superstiti devono fare i conti.

Nassau, la capitale dell'arcipelago colpito in maniera durissima dall'uragano, sta accogliendo migliaia di sfollati che sono fuggiti dalle zone in cui si preveda che il maltempo sarebbe stato implacabile. Samuel Cornish, intervistato per la Fondazione Thomson Reuters, ha preso un volo in partenza da Grande Abaco insieme alla sua famiglia e si è salvato. Cosa aspetta di trovarsi quanto farà rientro a casa? «Niente» ammette, «solo una nuova vita».

Alle isole Abaco si stima che il 90% delle infrastrutture (case ma anche ponti e strade) sia danneggiato o distrutto. Grande Abaco è letteralmente cosparsa di macerie: materiale da costruzione mischiato a oggetti di vita quotidiana come abiti, scarpe, materassi e vasche da bagno. Gli animali che sono riusciti a sopravvivere si aggirano in cerca di cibo e passano accanto ai cadaveri dei loro simili che non ce l'hanno fatta.

Sono almeno 70mila le persone che necessitano di cibo, acqua e di un rifugio, secondo la stima del Programma alimentare mondiale delle Nazioni unite. È ovviamente troppo presto per parlare di ricostruzione e si valutano delle opzioni alternative: «Possiamo esaminare il concetto di tendopoli e il concetto di città portacontainer, sono tutti meccanismi di supporto che ci possono aiutare» ha spiegato il direttore dell'Agenzia nazionale per la gestione delle emergenze. Le autorità hanno affermato che a Nassau si farà tutto il possibile per ospitare le persone che sono rimaste senza un tetto.

A Marsh Harbour, colpita con estrema violenza, i residenti lamentano la lentezza dei soccorsi. «Non hanno fatto nulla per aiutarci quaggiù» ha dichiarato il 37enne Tepeto Davis. «Stiamo soffrendo e nessuno s'interessa a noi. Abbiamo dovuto prelevare la benzina dalle auto distrutte per portare i feriti avanti e indietro. Non c'è carburante, cibo, medicine e nemmeno acqua».

Un altro sopravvissuto, alloggiato in un resort turistico le cui stanze sono state affittate da gruppi di volontari, aggiunge: «Il governo ha detto che tutti saranno sfamati, e ciò è bene. Ma per cibarmi devo pescare. Ciò di cui ho bisogno è una casa. Non ho un letto, un frigo. Non ho nemmeno una Bibbia».

Le squadre di ricerca sono al lavoro in tutta l'isola ed estraggono cadaveri dalle abitazioni crollate. Al momento il bilancio ufficiale è di 45 morti, ma è destinato a salire drammaticamente.

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