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STATI UNITICaso Epstein, Clinton furioso con Trump

11.08.19 - 16:47
Le accuse di un complotto contro il miliardario sono «ridicole e false, e il presidente dovrebbe saperlo», ha fatto sapere tramite un portavoce
keystone-sda.ch/STF (Patrick Semansky)
Bill Clinton furioso con il suo successore.
Bill Clinton furioso con il suo successore.
Caso Epstein, Clinton furioso con Trump
Le accuse di un complotto contro il miliardario sono «ridicole e false, e il presidente dovrebbe saperlo», ha fatto sapere tramite un portavoce

WASHINGTON - «Ridicole e false, e il presidente Trump dovrebbe saperlo»: così il portavoce di Bill Clinton, Angel Urena, replica al presidente Donald Trump che dopo il suicidio di Jeffrey Epstein ha ritwittato alcuni post che collegano la morte del finanziere alla famiglia Clinton.

Il presidente statunitense «è forse pronto per il 25esimo emendamento?», aggiunge Urena, riferendosi alle norme della costituzione americana che prevedono la rimozione del presidente se si dimostra incapace di svolgere i suoi doveri a causa di una instabilità mentale.

Trump non è nuovo nel sostenere le teorie del complotto, come quella dei 'birther' secondo cui Barack Obama è nato in Africa o quella di chi afferma che Hillary Clinton nelle presidenziali del 2016 ha ricevuto milioni di voti illegali.

Tre indagini in corso - A oltre 24 ore dalla scoperta del suicidio di Epstein in una prigione federale di Manhattan sono ancora molti gli aspetti da chiarire.

Per questo sono in corso ben tre indagini: una degli agenti dell'Fbi, una del ministero della giustizia (da cui dipende il sistema carcerario federale) e una dell'ufficio del medico legale della città di New York.

Si cercano di appurare innanzitutto le circostanze che hanno portato a togliere la sorveglianza speciale su di un detenuto che si sospetta abbia già tentato di togliersi la vita ai primi di luglio, dopo l'arresto e dopo che il giudice rifiutò la richiesta degli arresti domiciliari.

Non è del tutto chiaro - raccontano alcune fonti - se i segni sul collo rinvenuti allora fossero il risultato di un tentato suicidio o quello di un'aggressione. Epstein raccontò di essere stato aggredito e chiamato "pedofilo", ma le autorità carcerarie lo misero comunque sotto osservazione per timore suicidio.

Epstein era solo - Jeffrey Epstein è stato lasciato da solo in cella senza che nessuno lo vigilasse nelle ore prime del suicidio. Lo riporta il New York Times citando una fonte anonima dell'amministrazione carceraria. Il detenuto avrebbe dovuto essere controllato dagli agenti penitenziari almeno una volta ogni 30 minuti, ma la procedura non sarebbe stata seguita la notte prima del suicidio. A rendere ancor più fitto l'alone del mistero, poi, l'improvviso trasferimento alcuni giorni prima del compagno di cella di Epstein.

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