Inga Zasowska, 13 anni, ha iniziato la protesta venerdì. Come la “collega” svedese è stata attaccata perché «manipolata»
VARSAVIA - Venerdì, con l’inizio delle vacanze estive, la 13enne polacca Inga Zasowska si è seduta per terra davanti al parlamento di Varsavia con una cartello che, nella sua lingua, recitava “Sciopero delle vacanze per il clima”. Come la più nota attivista svedese Greta Thunberg, Inga intende spingere le autorità del suo Paese a fare di più per fermare il riscaldamento globale e continuerà a manifestare ogni venerdì fino alla fine di luglio.
«Questa è Inga, un'eroina: sostenetela» - Proprio come la sua “collega” scandinava, però, insieme a moltissimi messaggi di supporto, la giovane ambientalista polacca è da giorni oggetto di numerosi commenti denigratori online, che vertono sul suo aspetto, sulla sua età e sull’accusa di essere manipolata dai genitori. Una serie di messaggi diffamatori tale da spingere la più famosa Greta a lanciare un messaggio in suo sostegno: «Questa è Inga Zasowska, 13 anni. Sta scioperando per il clima fuori dal parlamento polacco. È una vera eroina che combatte per il futuro di tutti. Per questo ha ricevuto una quantità inimmaginabile d’odio. Per favore, date a lei e a tutti coloro che sono nella sua situazione il vostro pieno supporto», ha scritto la 16enne su Twitter condividendo una foto di Inga con il suo cartello.
«Manipolata», vittima di un «lavaggio del cervello», «astuta copia» di Greta Thunberg - Come riferisce il portale d’informazione Życie, ci sono utenti polacchi dei social che accusano Inga di malizia per essersi raccolta i capelli in due trecce con il solo obiettivo di assomigliare a Greta e conquistare così la simpatia del pubblico. C’è poi chi sostiene che sia manipolata dalla madre, che a 13 anni non possa avere delle opinioni proprie e che le sia stato fatto il lavaggio del cervello. Il deputato del partito conservatore “Porozumienie” Kamil Bortniczuk ha infine affermato su Twitter che la 13enne non sembra molto risoluta e che certamente non ha avuto da sola l’idea dello sciopero.
Alle critiche, Inga e la madre - che l’ha accompagnata (in treno) nella sua prima giornata di protesta - hanno direttamente o indirettamente risposto in alcune interviste ai media polacchi.
I modelli di riferimento: la madre e Greta Thunberg - Parlando con la Wyborcza, Inga non ha fatto mistero del fatto che l’interesse per il tema dei cambiamenti climatici venga «soprattutto» da sua madre: «È coinvolta in attività per fermare il cambiamento climatico, collabora con il portale “Nauka o klimacie” (“Imparare sul clima”) e ha contribuito a organizzare delle lezioni sull’argomento nella mia scuola», ha spiegato la 13enne. Il suo desiderio di attivarsi personalmente per la causa, però, è nato solo alla fine dello scorso anno («Ho realizzato cosa stesse accadendo alla Terra e ho avuto paura») e dipende molto anche da Greta: «Sono qui grazie a lei», ha sottolineato Inga.
Un aiuto solo per la logistica - Su Życie la madre di Inga, Patrycja Zasowska, ha assicurato che l’idea della protesta è stata «al 100%» della figlia e che, anzi, lei ne è rimasta «sorpresa». Come ha scoperto solo in seguito, infatti, la 13enne pianificava di manifestare davanti al parlamento da diverso tempo, ma ne ha parlato alla madre solo all’ultimo per paura che non fosse d’accordo. Per il resto, Patrycja Zasowska ha detto di aiutare la figlia solo con la «logistica»: «Mi accerto che abbia con sé acqua e cibo, qualcosa per coprirsi in caso di pioggia e qualcosa su cui sedersi perché non stia sul cemento».
«Le trecce? Si ispira a Greta, il suo idolo» - Riguardo alle contestate trecce della figlia, la madre della 13enne ha ammesso candidamente: «Inga porta le trecce da qualche tempo. Si ispira a Greta, che è il suo idolo: simili fascinazioni sono normali nei bambini», ha affermato. «Non ha fatto ricerche per capire quale fosse lo stile più efficace», ha aggiunto ridendo.
La Polonia ha posto il veto alla decarbonizzazione entro il 2050 - La protesta di Inga è iniziata in concomitanza con il rifiuto da parte del suo palese, la Polonia, e di Ungheria, Estonia e Repubblica Ceca di appoggiare la proposta della Commissione europea di un impegno europeo per ridurre a zero le emissioni nette dell'Unione entro il 2050. Tale obiettivo permetterebbe al continente di essere in linea con gli Accordi di Parigi del 2015 e contribuire così a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, ma, per gli Stati che hanno posto il veto, i fondi finora proposti per compensare la decarbonizzazione non sarebbero sufficienti.
«Perché i giovani come Inga non debbano emigrare» - Intervistato dai media, il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha affermato di aver rifiutato di firmare l'impegno europeo sul clima perché i giovani polacchi come Inga non debbano emigrare e andare a lavorare «come camerieri» all'estero. Alcune aree del Paese, infatti, dipendono ancora molto dall'estrazione del carbone come fonte di lavoro.