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La battaglia delle ore che dividerà lʼEuropa

Lo spostamento stagionale delle lancette ha sempre più avversari. Ogni Paese potrebbe decidere in autonomia. Con l'iniziativa svizzera a sostegno della sola ora solare diventeremo un'isola oraria?
Lo spostamento stagionale delle lancette ha sempre più avversari. Ogni Paese potrebbe decidere in autonomia. Con l'iniziativa svizzera a sostegno della sola ora solare diventeremo un'isola oraria?

In Francia la chiamano ʻheure dʼétéʼ, in Spagna ʻhora de veranoʼ, per i tedeschi è ʻSommerzeitʼ mentre in Inghilterra si parla di ʻdaylight saving timeʼ: si tratta dellʼora legale, nota anche come ʻorario estivoʼ, e cioè la convenzione, adottata prevalentemente dai Paesi occidentali, di spostare avanti di unʼora le lancette degli orologi per sfruttare meglio lʼirradiazione del sole durante il periodo estivo. Si parla di ʻora legaleʼ per contrapporla allʼora solare che si riferisce allʼorario in uso in un determinato Stato durante il periodo invernale. Il cambio dellʼora, da solare a legale e viceversa, scandisce, da diversi decenni ormai, il momento di passaggio dalla stagione estiva a quella autunnale ed è stato adottato per il precipuo scopo di risparmiare energia elettrica sfruttando al massimo la maggiore irradiazione solare nel periodo estivo. La convenzione dellʼora legale, che attualmente riguarda lʼ80% degli abitanti del mondo e il 68% dei Paesi, di certo risultava sconosciuta nelle epoche passate, in quelle società di impostazione agricola in cui non ci si basava su bioritmi fissi, come nelle società post industrializzazione, ma si seguiva naturalmente il diverso andamento del sole, anticipando lʼora di svegliarsi in primavera e posticipandola in autunno.

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Capitolo 1

La prima volta dell'ora legale


Benjamin Franklin, lʼinventore del parafulmine, il quale pubblicò sul quotidiano francese ʻJournal dBenjamin Franklin, lʼinventore del parafulmine. Pubblicò alcune riflessioni finalizzate a risparmiare sulla spesa delle candele

In epoca moderna la convenzione dellʼora legale non fa che ricreare, artificialmente, lo spostarsi dei bioritmi umani a seconda del susseguirsi delle stagioni. La prima persona ad avere lʼintuizione di influenzare lo scorrere del tempo per incrementare le attività umane fu, nel 1784, Benjamin Franklin, lʼinventore del parafulmine, il quale pubblicò sul quotidiano francese ʻJournal de Parisʼ una serie di riflessioni finalizzate a risparmiare sulla spesa delle candele. La stravaganza delle proposte avanzate dal grande inventore però, quale quella di obbligare le persone ad alzarsi prima la mattina obbligandole con diversi mezzi di coercizione quali una tassa sulle persiane, il razionamento delle candele e persino un cannone ad ogni via che fungesse da sveglia, indusse lʼopinione pubblica ad accantonare il proposito di risparmio energetico. Lʼidea di spingere le persone ad essere più mattiniere modificando lʼorario di riferimento fu ripresa, nel 1895, dallʼentomologo neozelandese George Vernon Hudson il quale presentò un documento alla Società Filosofica di Wellington nel quale proponeva lo spostamento in avanti degli orologi di due ore. Tale idea venne poi ripresa da William Willet, imprenditore e costruttore britannico, trovando terreno fertile nella necessità di risparmio energetica durante la Prima Guerra Mondiale.

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I primi furono gli inglesi - Nel 1916, infatti, la Camera dei Comuni inglese approvò il ʻBritish Summer Timeʼ che implicava lo spostamento in avanti di unʼora degli orologi durante il periodo estivo. La decisione inglese venne poi imitata dalla Germania e dallʼItalia nellʼintento di risparmiare energia a sostegno del proprio sforzo bellico, seguiti poi, a dispetto della forte opposizione della categoria degli agricoltori, dagli Stati Uniti. 

Negli Stati Uniti - Qui, nel 1918, il presidente Woodrow Wilson firmò il ʻCalder Actʼ, un documento che imponeva agli americani di portare le lancette dei loro orologi unʼora avanti rispetto al fuso orario standard per quello che, a tutti gli effetti, fu il primo esperimento dellʼora legale in America. In seguito alle proteste dei contadini e dei predicatori evangelici che accusarono il provvedimento di sovvertire “il tempo stabilito dal Signore”, lʼora legale venne abolita dopo solo un anno di sperimentazione. Nel 1920 la città di New York e una dozzina di altre città statunitensi adottarono la decisione di ritornare allʼora legale, incoraggiate anche dalle proprie Camere di Commercio che avevano notato come il prolungarsi della luce nelle serate estive induceva i consumatori a fare più acquisti nel dopo lavoro. Nel 1965 ben 18 Stati americani adottarono lʼora legale per sei mesi lʼanno, altri 18 Stati la introdussero per quattro mesi lʼanno, mentre i rimanenti decisero di mantenere lʼora standard senza variazioni.

In Italia - In Italia lʼadozione dellʼora legale fu molto travagliata: approvata come misura di guerra  il 25 maggio 1916,  rimase in uso fino al 1920. Dal 1940 al 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte durante la seconda guerra mondiale, in occasione della quale ebbe il suo periodo di maggior durata da 14 giugno 1940 al 2 novembre 1942. Con la creazione della Repubblica Sociale, per due anni il Paese ebbe una sfasatura dellʼapplicazione dellʼora legale tra Nord e Sud, per poi essere adottata definitivamente nel 1965 con una durata di quattro mesi: dallʼultima domenica di maggio allʼultima domenica di settembre. Tale durata venne estesa a sei mesi nel 1980, anticipando lʼinizio alla prima domenica di aprile e, dal 1981, allʼultima domenica di marzo. Lʼora legale venne poi ulteriormente allungata nel 1996, in conformità a quanto deciso dal resto dʼEuropa, posticipando la fine allʼultima domenica di ottobre.

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Capitolo 2

Il caso svizzero


Pur essendo confinante con lʼItalia, la Svizzera, al contrario, decise di non adottare lʼora legale durante la Grande Guerra: essendo una misura volta a far risparmiare energia in tempo di guerra, il Governo federale arrivò alla conclusione che il risparmio di carbone per il Paese sarebbe stato risibile, anche perché la maggiore fonte di energia era quella idrica. Solo negli anni 1941 e 1942 venne adottata lʼora legale. Lo scopo di tale soluzione era di economizzare energia.

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L’obiettivo non venne raggiunto e già nel 1943 si ritornò alla tradizione. Negli anni ʼ70 lʼora legale vigeva ancora solo in Italia, ma quando la Francia la introdusse di nuovo nel 1976, seguita dalla Germania e dallʼAustria nel 1980, le autorità elvetiche tentarono di ripristinare anche in Svizzera lʼora legale, la quale però venne rifiutata nel 1978 (con il 52% dei voti) a seguito di un referendum che impugnava la legge federale sullʼora. Il governo federale, tuttavia, convinto della sua utilità lʼadottò definitivamente nel 1981 con lo scopo di uniformare e, di conseguenza, agevolare il buon funzionamento del mercato economico europeo. Pur essendo in vigore da ventʼanni, tuttavia, la sua adozione non è mai stata condivisa allʼunanimità tanto che, già nel 1982, lʼUnione democratica di centro, UDC, sotto la guida di Christopher Blocher, aveva lanciato una iniziativa popolare per la sua abolizione, ma i promotori non riuscirono a raccogliere il numero richiesto di firme.  E si arriva ai giorni nostri, ovvero al mese di aprile quando viene lanciata l’iniziativa popolare "Sì all'abolizione del cambio dell'ora". Secondo i promotori dell’iniziativa «l'essere umano ha in sé un orologio biologico affinato da abitudini culturali che risalgono alla notte dei tempi e che non va perturbato con l'inutile cambiamento dall'ora solare a quella legale».

KeystoneYvette Estermann

Tra gli argomenti evidenziati dai promotori  c’è il fatto che i cambiamenti in questione non hanno senso ad esempio in una fattoria: non si può ad esempio fare il fieno un'ora prima d'estate, quando sull'erba vi è ancora rugiada. Della stessa opinione la consigliera nazionale Yvette Estermann dell’Udc lucernese, che ha parlato dei cambiamenti ormonali provocati dal ritmo della luce e delle tenebre. «Abitudini vecchie di migliaia di anni non possono essere semplicemente cambiate senza che emergano problemi di salute», si è detta convinta. Gli iniziativisti hanno tempo sino al 9 novembre 2020 per raccogliere le 100'000 firme necessarie per portare il tema davanti al popolo. Cosa farà dunque la Svizzera nel caso il   Parlamento europeo dovesse davvero eliminare il cambiamento d'orario? L'Ufficio federale di metrologia (METAS) ha fatto sapere che la Confederazione avrebbe tenuto conto degli sviluppi nei Paesi limitrofi e valutato attentamente un'eventuale modifica dell'ordinamento interno.


Capitolo 3

Quelli che hanno detto no


Di fatto, quindi, sono tantissimi nel mondo i Paesi che, nel corso del tempo, hanno deciso di adottare lʼora legale, ma tante sono state anche le defezioni. In Europa, tutti i Paesi che aderiscono allʼUnione Europea, compresa la Svizzera, e i Paesi dellʼEst Europa utilizzano la convenzione dellʼora legale, mentre lʼIslanda, dal 1968, la adotta per tutto lʼanno. La Russia invece, dal 2011, ha deciso di staccarsi dallo standard europeo adottando lʼora solare tutto lʼanno, parimenti alla Bielorussia e alla Georgia mentre la Turchia ha scelto, di recente, di adottare lʼora legale tutto lʼanno. LʼUcraina aveva inizialmente pensato di adottare il sistema russo preferendo poi mantenere un sistema di cambio dellʼora identico a quello dellʼUnione Europea.

In Asia - In Asia il passaggio dellʼora viene adottato  solo dai Paesi più vicini allʼEuropa dal punto di vista geografico quali Cipro, Libano, Israele, Siria, Iran e Giordania. Sono stati fatti dei tentativi per aderire al cambio dellʼora in Cina, dal 1986 al 1992, ma poi si è scelto di uniformare il Paese adottando ovunque il fuso orario +8.

 

In Nord America - Nel continente americano, la maggior parte degli Stati del Nord America adotta il cambio dellʼora ad eccezione dellʼArizona, delle Hawaii, Isole Vergini, Samoa Americane, Guam, Isole  Marianne Settentrionali e i territori di Porto Rico. Lʼora solare entra in vigore la prima domenica di novembre fino alla seconda domenica di marzo. Nella fascia tropicale il cambio dellʼora non avviene mentre il Messico, visti i propri traffici commerciali con gli Stati Uniti, si conforma alla convenzione dellʼora legale, tranne alcune sue città di confine che adottano un sistema tutto loro.

 

In Sud America - In Sud America lʼora solare è adottata tutto lʼanno in Colombia, Ecuador, Guyana e Guyana francese, Perù, Suriname e Venezuela, mentre in Argentina lʼora legale è permanente. Il cambio dellʼora è invece stata adottata dal Brasile, dalla terza domenica di ottobre alla terza domenica di febbraio, in Cile, Paraguay e Uruguay.

 

In Africa - Per quanto riguarda il continente africano, lʼora legale è adottata solo in Marocco, da fine marzo a fine ottobre, ed in Namibia, dalla prima domenica di settembre alla prima domenica di aprile.

 

In Australia - Nellʼaltro emisfero, la Nuova Zelanda, Samoa e Figi adottano lʼora legale, in un periodo che è ovviamente inverso al nostro, essendo le stagioni invertite rispetto allʼemisfero boreale, ed in Australia, che comprende anche la Tasmania, Vittoria, Australia Meridionale e il Nuovo Galles del Sud, che è in vigore da ottobre a fine marzo o fine aprile, con variazioni da stato a stato. In Antartide, dove non ci sono confini politici, nel 2016 solo alcune basi scientifiche adottarono lʼora legale e con cadenze diverse.

 

Il protocollo che regolamenta il cambio dellʼora legale in Europa, stabilisce che per i tre fusi orari europei, il Western European Time che vale per lʼEuropa occidentale, il Central European Time per lʼEuropa centrale, tra cui lʼItalia, Svizzera, Francia, Germania e Polonia, e lʼEastern European Time per lʼEuropa orientale, il cambio dellʼora avvenga lʼultima domenica di marzo e lʼultima domenica di ottobre allo scoccare dellʼuna di notte. Per i Paesi che adottano il fuso orario dellʼEuropa centrale, per esempio, quando scattano le due di notte antimeridiane dellʼultima domenica di marzo gli orologi vengono spostati di unʼora avanti, sopprimendo lʼora che va dalle due alle tre di notte. Ad ottobre, invece, durante il processo inverso, le lancette vengono spostate unʼora indietro e lʼora che va dalle tre alle due di notte viene ripetuta due volte. La scelta dellʼora in cui effettuare il cambio dellʼora è caduta sulla fascia oraria in cui la circolazione dei treni, degli aerei e degli altri mezzi pubblici è  ridotta al minimo in modo da assorbire senza intoppi lo sfasamento rispetto agli orari giornalieri programmati.

 


Capitolo 4

È davvero utile?



Lo scopo principale di adottare lʼora legale è quello di garantire un maggior risparmio energetico grazie alla riduzione del consumo dellʼenergia elettrica conseguente ad un maggior sfruttamento delle ore di luce.

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I detrattori - È innegabile però che, fin dal suo esordio, il cambio dellʼora abbia avuto un numero crescente di detrattori: ciò è dovuto anche al fatto che i dati relativi al risparmio energetico, conseguente al cambio orario, siano molto controversi. Questo risparmio  risulta chiaramente evidente in quei Paesi in cui si consumano ancora, quale fonte energetica, dei combustibili fossili quali il metano ed il carbone come la Germania, la Polonia e lʼItalia. Grazie allʼora legale, proprio in Italia, secondo i dati elaborati da Terna, dal 2004 al 2016 il minor consumo di elettricità è stato complessivamente di 7,97 miliardi di chilowattora e ha comportato, in termini economici, un risparmio pro capite di oltre 1,3 miliardi di euro. In casi come questo si può affermare che lʼadozione dellʼora legale  sia stata un beneficio dellʼambiente anche se è innegabile che, rispetto al passato, vi sia stata una vera e propria rivoluzione dello stile di vita, e di conseguenza dei consumi delle persone, che induce ad interrogarsi sulla validità o meno di tale convenzione oraria.

Molti dubbi - Nella società moderna lʼelettricità serve soprattutto per servizi non legati alla disponibilità di luce, quali la forza motrice, il funzionamento di frigoriferi e congelatori, sia domestici che industriali, il raffreddamento delle unità di elaborazioni dati dei computer oltre che il funzionamento di strutture quali aeroporti e stazioni. Altro aspetto rilevante è il sempre maggio utilizzo delle luci a Led che garantiscono unʼottima illuminazione con un minor consumo di energia elettrica. Eʼ un dato incontrovertibile, quindi, che la società attuale vada incontro ad esigenze in gran parte diverse rispetto a quella caratterizzanti il secolo scorso, anche per quanto riguarda lʼobiettivo del risparmio energetico. Attualmente lʼutilizzo di elettrodomestici e condizionatori, in estate, influenzano molto di più i  consumi rispetto al semplice utilizzo dellʼenergia elettrica.

Lo studio tedesco: effetti minimi - Secondo uno studio dellʼUfficio di valutazione tecnica del Parlamento tedesco “Lʼeffetto del cambio dellʼora sul consumo di elettricità si traduce in un risparmio compreso tra -0,9 e -1%” arrivando alla conclusione che mancano dei dati scientifici certi che aiutino a prendere posizione, in un senso o nellʼaltro, nel lʼambito del dibattito sullʼutilità dellʼora legale.

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Disturbi fisici e psicologici - Se non bastasse poi lʼosservazione del mancato risparmio energetico, i detrattori del cambio dellʼora si avvalgono di unʼaltra argomentazione a sostegno della necessità di abolire tale convenzione e cioè i disagi, sia dal punto di vista fisico e psicologico, che le persone  ricavano dallo spostamento delle lancette dellʼorologio avanti ed indietro. Nei giorni immediatamente successivi al passaggio dallʼora solare allʼora legale, e viceversa, tante persone lamentano dei disturbi dovuti allʼalterazione del ciclo sonno-veglia, simile a quello a cui vanno incontro i viaggiatori che affrontano dei viaggi che comportano il cambio di fuso orario, noto come jet lag.

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L'insonnia - Lʼ insonnia, mal di testa, astenia, scarsa capacità di concentrazione, sarebbero solo alcuni degli effetti che porta con sé lʼora legale e che dipendono dallʼalterazione dei ʻritmi cicardianiʼ . Con questo termine si definiscono quelle funzioni neurochimiche legate agli ormoni, tra le quali la produzione di melatonina, che seguono lʼandamento della luce solare sincronizzando il ciclo sonno-veglia: per intenderci quello che viene chiamato  anche ʻorologio biologicoʼ e che determina, per esempio, la nostra capacità di svegliarci ad una determinata ora anche senza il suono di una sveglia che ci  induca a farlo. La melatonina viene sintetizzata dal nostro organismo quando è buio e favorisce il sonno: il fatto che con lʼora legale la luce solare arrivi più tardi comporterebbe un alterazione di questo processo, parimenti alla luce serale che, durando di più, non permette al nostro corpo di mettersi a riposo. Le persone più sensibili a questo tipo di alterazione impiegano diverso tempo per ristabilire i propri ʻritmi cicardianiʼ, ed una volta riusciteci, è già ora di portare le lancette indietro di unʼora. La mancanza di sonno comporta poi un altro effetto poco desiderabile e cioè la mancanza di concentrazione con conseguente perdita della produttività lavorativa.

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Con l'ora legale più tempo davanti al computer - Uno studio medico pubblicato, nel 2012, sul Journal of Applied Psychology ha rivelato che con lʼora legale si assiste ad aumento del tempo che le persone perdono a navigare sui siti che non hanno nulla a che fare con il proprio ambito lavorativo: secondo i dati forniti da Google il lunedì successivo al cambio dellʼora legale gli americani farebbero il 3% in più di ricerche in siti di intrattenimento, quali Youtube o Facebook, durante il proprio orario lavorativo. Se poi è un fatto accertato che durante la stagione primaverile ed estiva si assiste ad una diminuzione degli incidenti stradali, cʼè però un giorno che fa eccezione: il lunedì in cui entra in vigore lʼora legale.

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Aumentano gli incidenti - Secondo i ricercatori negli Stati Uniti, nellʼarco di nove anni dal 2002 al 2011, gli incidenti automobilistici causati da guidatori assonnati a causa del cambio dellʼora avrebbe causato la morte di quasi 50 persone in più. Secondo Matthew Walker, direttore del ʻCenter for Human Sleepʼ ed autore del libro ʻWhy we sleepʼ, il passaggio dallʼora solare a quella legale, e viceversa, mostra quanto il corpo umano sia sensibile ai cicli del sonno e ai cambi di programma che possono sembrare anche irrilevanti, come lo spostamento delle lancette unʼora avanti o indietro.

Infarti e suicidi - Come riferito da un articolo pubblicato su ʻScience Alertʼ, nei giorni successivi al cambio dellʼora ci sarebbe un aumento degli infortuni sul lavoro ed una maggiore propensione ai tentativi di suicidi, oltre che un aumento degli infarti: il lunedì successivo al passaggio dellʼora, gli ospedali statunitensi, registrano un picco del 24% delle visite dovute ad infarto, mentre si registra la tendenza opposta in autunno con una diminuzione del 21% il giorno in cui si torna allʼora solare, visto che le persone hanno più tempo da passare a letto. Si sa, infatti, che il rischio dʼinfarto sia più alto al mattino rispetto ad altri momenti del giorno visto che, al risveglio, il nostro sistema cardiovascolare deve adattarsi rapidamente ai cambiamenti legati al passaggio dal sonno alla veglia.


Capitolo 5

Una nuova era all'insegna dell'abolizione


I tanti motivi che sembrano delegittimare la scelta di aderire alla convenzione del cambio dellʼora si sono affermati sempre più, con il passare del tempo, tanto da essere raccolti dalle alte sfere della politica europea. Il  6 marzo di questʼanno, il Parlamento europeo ha infatti approvato, con 410 voti a favore, 192 voti contrari e 51 astensioni, la risoluzione legislativa che prevede lʼabolizione del passaggio dallʼora solare allʼora legale: i deputati hanno sostenuto la proposta della Commissione di porre fine al cambio stagionale dellʼora ma hanno deciso di procrastinare la data dal 2019 al 2021.

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Ogni paese sceglierà che ora vuole - Ciascun Paese dellʼUnione avrà la facoltà di poter scegliere se adottare lʼora legale o lʼora solare ma gli eurodeputati si sono già premuniti di chiedere che i Paesi dellʼUnione europea e la Commissione coordinino le loro decisioni di modo da garantire il corretto funzionamento del mercato comune europeo. A tal fine, nella risoluzione è  previsto che la Commissione possa presentare una proposta legislativa per rinviare la data di applicazione della direttiva fino ad un massimo di 12 mesi se dovesse ritenere che “le disposizioni previste possano pregiudicare in modo significativo e permanente il corretto funzionamento del mercato interno”.

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L'inizio del caos  - Non è difficile  immaginare infatti in che caos potrebbe precipitare lʼEuropa se si trovassero a convivere Paesi con orari interni diversi: se, per esempio, la Francia decidesse di adottare lʼora solare e lʼItalia mantenesse la convenzione dellʼora legale, un viaggiatore che supera Ventimiglia dovrebbe spostare unʼora in avanti le lancette dellʼorologio, per poi riportarle indietro una volta superato il Brennero, nel caso in cui lʼAustria decidesse anchʼessa di adottare lʼora solare tutto lʼanno. Se lo stesso viaggiatore dovesse poi prendere un aereo per raggiungere la Grecia, e la stessa avesse scelto lʼora legale, le lancette dellʼorologio  andrebbero spostate avanti di due ore, dato che si tratta anche di un fuso orario diverso. Gli inconvenienti che potrebbero sorgere per la mancata coordinazione tra i Paesi europei avrebbero serie ripercussioni sui trasporti e gli scambi transfrontalieri, oltre che nella comunicazione ed i viaggi, ed in generale riguarderebbe la produttività del mercato interno.

Differenze tra Nord e Sud - La risoluzione adottata dal Parlamento europeo raccoglie un sentire comune  particolarmente diffuso che si è concretizzato in diverse iniziative popolari tra le quali una consultazione pubblica sul tema che raggiunse una partecipazione record di 4,6milioni di risposte e lʼ84% dei pareri favorevoli allʼabolizione del cambio dellʼora. I maggiori Paesi sostenitori della proposta sono stati quelli del Nord Europa tra cui Finlandia, Lituania, Estonia, Svezia e Polizia, supportati da diversi europarlamentari tedeschi, che si basavano, tra le altre cose, su di uno studio di una commissione parlamentare finlandese secondo cui, il cambio dellʼora, ha effetti negativi sullʼeconomia e sulla salute dei propri cittadini. Se infatti nei Paesi mediterranei lʼora legale ha lʼeffetto di allungare le giornate, nei Paesi del Nord, per la particolare irradiazione solare rispetto alla posizione geografica, questo effetto è irrilevante.

Un cambio dell'ora che piace poco - Secondo una nota della Commissione “Oltre tre quarti dei rispondenti, pari al 76%, ritiene che il cambio dellʼora due volte allʼanno sia una esperienza molto negativa se non negativa” e la stessa commissaria europea ai trasporti Violeta Bulc ebbe modo di dichiarare che “Milioni di europei hanno partecipato alla nostra consultazione pubblica per far sentire la propria voce. Il messaggio è molto chiaro e ci organizzeremo di conseguenza preparando una proposta legislativa per il Parlamento europeo ed il Consiglio che poi decideranno insieme”. La Commissione europea si era quindi fatta portavoce del risultato del sondaggio, presentando al Parlamento una proposta legislativa di abolizione dellʼora legale, proposta che poi,come visto, è stata approvata lo scorso mese.

KeystoneJean Claude Juncker, presidente della Commissione europea: “La gente vuole l'abolizione dell'ora legale e lo faremo”.

Già Jean Claude Juncker si era espresso in questa direzione dichiarando, in una intervista al canale televisivo Zdf, “La gente vuole farlo e lo faremo”. Dal 2022, ogni singolo Paese potrà quindi scegliere autonomamente se mantenere tutto lʼanno lʼora legale o lʼora solare: chi abbraccerà la prima ipotesi dovrà regolare gli orologi per lʼultima volta lʼultima domenica di marzo 2021, mentre coloro che decideranno per adottare la seconda ipotesi dovrà regolare gli orologi per lʼultima volta lʼultima domenica di ottobre dello stesso anno. Sembra quindi che dopo oltre un secolo di utilizzo, con le alterne vicende che abbiamo visto, lʼidea, allʼepoca rivoluzionaria, concepita da Franklin e da coloro che la elaborarono dopo di lui, stia per essere definitivamente accantonata ma con effetti, per ora, del tutto imprevedibili. 


Appendice 1

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Benjamin Franklin, lʼinventore del parafulmine, il quale pubblicò sul quotidiano francese ʻJournal dBenjamin Franklin, lʼinventore del parafulmine. Pubblicò alcune riflessioni finalizzate a risparmiare sulla spesa delle candele

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