È successo a Pechino a un'editore per un articolo sulla "cattiva energia" di un complesso di design, i proprietari hanno fatto causa per diffamazione
PECHINO - «Se i vostri affari vanno male, io lo so perché. È colpa del feng-shui», inizia così un apparentemente innocuo post su di un blog poi viralmente condiviso via WeChat e riguardante un complesso, il Wangjing Soho di Pechino, ideato dal rinomato architetto Zaha Hadid.
La teoria orientale del feng shui - parecchio di moda qualche anno fa e oggi forse un po' meno "in" - vorrebbe che la forma, e la disposizione dei mobili, all'interno degli ambienti si rifletta in maniera positiva sull'energia degli stessi influenzando chi vi abita/lavora.
«Quei palazzi sono a forma di rene di maiale, hanno un aspetto assurdo. Se avete aperto un'azienda al loro interno aspettatevi una Waterloo napoleonica», recitava l'articoletto che è diventato rapidamente virale nell'area cittadina ed stato ripostato almeno 100'000 volte prima di venire misteriosamente cancellato.
Il motivo della scomparsa? Secondo i proprietari, l'immobiliare Soho China, si tratterebbe di diffamazione. E della stessa idea - come riporta il Guardian - è pure la corte distrettuale di Pechino che ha condannato l'azienda editrice del blog a pagare 200'000 yuan (29'000 dollari) di multa e chiedere scusa pubblicamente.
Secondo il giudice il feng shui sarebbe una «superstizione», e il post avrebbe quindi tono chiaramente diffamatorio.