Francia, Spagna, Regno Unito, Germania, Svezia, Austria e Paesi Bassi hanno annunciato il loro supporto all'autoproclamato presidente ad interim venezuelano
PARIGI / CARACAS - Allo scadere dell'ultimatum posto al presidente venezuelano Nicolás Maduro per l'indizione di elezioni anticipate, diverse capitali europee hanno annunciato nelle ultime ore il riconoscimento del suo oppositore, Juan Guaidó, come presidente ad interim legittimo.
A comunicare il supporto al presidente dell'Assemblea nazionale venezuelana sono state finora la Francia, la Spagna, il Regno Unito, la Germania, la Svezia, l'Austria e i Paesi Bassi.
La Svizzera, dal canto suo, non intende prendere posizione sull'autoproclamazione di Guaidó, ma rimane a disposizione per mediare. Diviso, invece, il governo italiano, con Salvini a favore di un riconoscimento e i Cinque Stelle tendenzialmente contro. Renzi: «È vergognoso».
Per Parigi, «il popolo vuole cambiamento» - Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha riconosciuto la legittimità di Juan Guaidó, autoproclamatosi "presidente ad interim" del Venezuela per organizzare delle elezioni.
«Consideriamo che Juan Guaidó abbia la legittimità per indire delle elezioni presidenziali», ha dichiarato Le Drian ai microfoni di France Inter, aggiungendo: «Il popolo è in strada, il popolo vuole il cambiamento».
Riferendosi al presidente Maduro, Le Drian spiega che in Venezuela «c'è un presidente il cui voto, lo scorso maggio, fu molto contestato, incluso dai Paesi europei». Dinanzi al suo «rifiuto di organizzare elezioni presidenziali per chiarire e rasserenare la situazione in Venezuela - ha continuato Le Drian - consideriamo che Guaidó abbia le capacità, la legittimità di organizzare queste elezioni».
Per il capo del Quai d'Orsay «non si tratta di ingerenza, a partire dal momento in cui il Paese è in crisi, che c'è un appello al presidente Guaidó a sostenerlo per ripristinare la democrazia». «È una richiesta democratica», spiega Le Drian, prima di precisare che la Francia si consulterà oggi sul da farsi con gli altri «amici europei».
Alla domanda su un possibile riconoscimento ufficiale di Guaidó da parte dell'Ue, il capo della diplomazia francese tiene la porta aperta. «Ci metteremo in relazione con i nostri colleghi europei per riformulare questa richiesta a fare in modo che possa essere istituito con i Paesi europei che vorranno unirsi il gruppo di contatto che proponiamo di creare per accompagnare la transizione».
Anche Madrid riconosce ufficialmente Guaidó - Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha annunciato che la Spagna «riconosce ufficialmente Juan Guaidó come presidente legittimo del Venezuela».
«Nelle prossime ore - ha proseguito il premier spagnolo - mi metterò in contatto con i governi europei e latinoamericani che vogliono unirsi» a questo riconoscimento.
«Guaidó deve convocare il prima possibile elezioni libere perché il popolo del Venezuela deve poter decidere del proprio futuro. La comunità internazionale dovrà rispettare il risultato e verificare questo processo», ha concluso Sánchez.
Anche Londra riconosce ufficialmente Guaidó - Il Regno Unito «insieme ai suoi alleati europei riconosce Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela fino a quando si potranno tenere elezioni credibili». Lo ha annunciato il ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt.
«Nicolás Maduro non ha convocato le elezioni presidenziali entro il limite di otto giorni che avevamo stabilito», ha sottolineato il ministro, augurandosi che questo riconoscimento «ci porti più vicini alla fine di questa crisi umanitaria».
Stoccolma riconosce Guaidó - La ministra degli Esteri svedese, Margot Wallström, ha annunciato che la Svezia riconosce ufficialmente Juan Guaidó come presidente legittimo del Venezuela.
Anche Vienna segue - L'Austria riconosce Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela. Lo ha annunciato il cancelliere Sebastian Kurz. Stamattina scade l'ultimatum europeo al presidente Nicolás Maduro.
El régimen de #Maduro se ha negado hasta la fecha a aceptar unas elecciones presidenciales libres y justas. Por este motivo, consideramos desde este momento al Presidente @jguaido como Presidente interino legítimo de conformidad con la Constitución venezolana.
— Sebastian Kurz (@sebastiankurz) 4 febbraio 2019
«Il regime di Maduro ha rifiutato di accettare presidenziali libere e giuste. Per questo motivo noi riconosciamo da adesso Guaidó come presidente legittimo ad interim, in conformità con la costituzione venezuelana», ha scritto Kurz su Twitter, in spagnolo. «Guaidó ha il nostro pieno sostegno, nei suo sforzi di ristabilire la democrazia in Venezuela», ha aggiunto.
Berlino: ««Il popolo venezuelano dovrebbe avere il diritto di votare» - La Germania riconosce Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela. Lo ha annunciato la portavoce della cancelliera tedesca, Martina Fiez, in conferenza stampa a Berlino. Stamattina scadeva l'ultimatum europeo al presidente Nicolás Maduro.
Maduro ha rifiutato di indire elezioni presidenziali libere, e per questo motivo la Germania riconosce come presidente ad interim del Venezuela Juan Guaidó, perché guidi il Paese verso elezioni democratiche, ha spiegato la portavoce Martina Fiez, ricordando l'ultimatum della Germania e di altri paesi Ue, scaduto oggi dopo 8 giorni.
«Il popolo venezuelano dovrebbe avere il diritto di votare liberamente», ha continuato la portavoce, precisando la posizione tedesca, e si vuole sostenere Guaidó a portare il paese alle elezioni, e a superare «l'acuta emergenza umanitaria» che ha colpito il paese.
Paesi Bassi: «Vogliamo che la libertà e la democrazia tornino» - Anche i Paesi Bassi «riconoscono Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela. «Vogliamo che libertà e democrazia tornino» nel Paese «il prima possibile». Così il ministro degli Esteri olandese Stef Blok, che ricorda come gli otto giorni per convocare elezioni libere e democratiche siano scaduti oggi.
Renzi: «La posizione italiana è vergognosa» - «Bravo il premier spagnolo Sánchez che riconosce ufficialmente Guaidó nuovo Presidente del Venezuela. Provo imbarazzo e vergogna per la posizione italiana. Stop alla dittatura di Maduro!». Lo scrive l'ex premier Matteo Renzi su Twitter.
Bravo il Premier spagnolo Sanchez che riconosce ufficialmente @jguaido nuovo Presidente del #Venezuela. Provo imbarazzo e vergogna per la posizione italiana. Stop alla dittatura di Maduro!
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 4 febbraio 2019
Dal canto suo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiede senso di responsabilità e chiarezza: «Non ci può essere incertezza né esitazione nella scelta tra la volontà popolare e la richiesta di autentica democrazia da un lato e dall'altro la violenza della forzax.
Il Cremlino: «Riconoscere Guaidó lede gli affari interni» - Mosca considera dal canto suo i tentativi di alcuni Paesi di legittimare il cambio di potere in Venezuela come «un'intromissione negli affari interni» del Paese. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
«La crisi politica interna in Venezuela può essere risolta solo dai venezuelani stessi», ha sottolineato Peskov. «L'imposizione di qualsiasi soluzione o il tentativo di legittimare il tentativo di usurpazione del potere è, a nostro avviso, interferenza diretta negli affari interni del Venezuela», ha detto Peskov, citato dalla Tass.
Maduro: «Ho scritto al Papa, ci aiuti per il dialogo» - «Ho inviato una lettera a papa Francesco, spero che sia in viaggio o che sia arrivata a Roma, al Vaticano, dicendo che io sono al servizio della causa di Cristo. E con questo spirito gli ho chiesto aiuto, in un processo di facilitazione e di rafforzamento del dialogo, come direzione. Io chiedo al Papa che produca il suo miglior sforzo, la sua volontà per aiutarci nella strada del dialogo. Speriamo di ricevere una risposta positiva». Lo ha detto Nicolás Maduro in un'intervista a Sky TG24.
«I governi di Messico e Uruguay, tutti i governi caraibici del Caricom e il governo della Bolivia hanno richiesto una conferenza per il dialogo e la pace in Venezuela, il 7 febbraio», aggiunge Maduro nell'intervista.
Il Messico: «Saremo alla riunione del Gruppo di contatto» - Il ministro degli Esteri messicano, Marcelo Ebrard, parteciperà alla conferenza internazionale sulla crisi in Venezuela che si svolgerà il 7 febbraio a Montevideo. Lo ha reso noto il suo dicastero, in un comunicato.
«Il Messico accoglie positivamente l'iniziativa per il dialogo convocata dal Gruppo di Contatto internazionale«, che deve servire a «promuovere una soluzione pacifica e democratica della situazione in Venezuela».
La riunione di Montevideo, convocata da Messico e Uruguay, doveva riunire in un primo tempo solo paesi considerati «neutrali» riguardo alla crisi a Caracas, ma è stata poi associata al Gruppo di Contatto creato dall'Unione Europea per verificare se esistono le condizioni per un dialogo fra il governo di Nicolás Maduro e l'opposizione.
Il Gruppo di Contatto è composto da Paesi Ue - Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Regno Unito e Svezia - e dell'America Latina: oltre al Messico stesso, Bolivia, Costa Rica, Ecuador e Uruguay.
Anche la Repubblica Ceca riconosce Guaidó - Anche la Repubblica Ceca riconosce Juan Guaidó come presidente venezuelano ad interim, unendosi all'iniziativa di alcuni paesi europei. Lo ha annunciato su twitter il vicepremier e ministro dell'Interno Jan Hamacek.
«Il governo ceco esprime rammarico per il fatto che, nonostante ripetuti appelli della comunità internazionale, in Venezuela non siano stati intrapresi passi verso elezioni libere e democratiche. Per questo motivo il governo ceco riconosce Juan Guaidó presidente provvisorio», ha affermato.
Guaidó «dovrebbe condurre il Venezuela alle elezioni libere e democratiche», ha aggiunto. Il riconoscimento di Guaidó presidente è stato approvato dal governo su proposta del ministro degli Esteri Tomas Petricek (Cssd).
Anche il Lussemburgo riconosce Guaidò - Il Lussemburgo «riconosce Juan Guaidò come presidente ad interim del Venezuela con l'autorità di attuare il processo elettorale» per le presidenziali libere e democratiche. Lo annuncia il ministro degli Esteri Jean Asselborn.
Il ministro degli Esteri: «Paesi europei accodati agli USA» - «La Repubblica Bolivariana del Venezuela esprime il suo più forte rigetto della decisione di alcuni governi d'Europa, con la quale si uniscono ufficialmente alla strategia dell'amministrazione statunitense di rovesciare il governo" di Nicolas Maduro: lo ha scritto sui social il ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza, a proposito del riconoscimento di Juan Guaidó come presidente venezuelano ad interim da parte di alcuni paesi europei. «Ancora una volta si accodano a Washington», ha aggiunto Arreaza riferendosi alla scelta di nazioni come Francia, Germania, Inghilterra e Spagna.
La Corea del Nord condanna le interferenze straniere - «La Corea del Nord condanna le interferenze negli affari interni del Venezuela ed esprime il suo sostegno al presidente Maduro»: lo scrive sui social Venezolana de Television (Vtv), la principale tv statale del Venezuela, citando un comunicato del ministero degli Esteri nordcoreano. Nella nota citata da Vtv, viene aggiunto che l'interferenza di paesi stranieri negli affari del Venezuela è considerata una «flagrante violazione del diritto internazionale».
Maduro: «Noi amici di Russia, Cina, Turchia, Iran e altri» - «Ci deve essere un dialogo di civiltà, un dialogo di cultura, un dialogo tra le diversità del mondo e sederci - le differenti culture, i differenti modelli politici, le religioni diverse - per rispettarci, confrontarci, lavorare». Lo ha detto Nicolas Maduro, in un'intervista a Skytg24.
«In questo concetto di diplomazia dialogante, la diplomazia bolivariana, noi - ha spiegato - abbiamo straordinarie relazioni con Russia e il governo del Presidente Putin, con la Cina, la Repubblica Popolare Cinese e una straordinaria relazione con il presidente Xi Jin Ping, con il governo della Repubblica Turca e il Presidente Erdogan, con il governo della Repubblica Islamica dell'Iran e il presidente Rohani e con molti altri governi del mondo. C'è un nuovo mondo, un mondo multipolare - ha concluso - ormai il mondo non ha una egemonia dominante, come è stato nell'epoca imperiale».