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IRLANDA / CANTONEL'Irlanda di fronte alla Brexit: «È la sfida più difficile degli ultimi 30 anni»

21.01.19 - 06:00
Il 21 gennaio 1919 Dublino si dichiarava indipendente da Londra. Hoey, Franklin University: «Ora, un'unificazione è immaginabile»
Keystone
L'Irlanda di fronte alla Brexit: «È la sfida più difficile degli ultimi 30 anni»
Il 21 gennaio 1919 Dublino si dichiarava indipendente da Londra. Hoey, Franklin University: «Ora, un'unificazione è immaginabile»

DUBLINO / LUGANO - Cento anni fa come oggi l'Irlanda dichiarava la sua indipendenza dal Regno Unito (v. sotto). Ma come vive il Paese questo anniversario mentre l'Isola Smeralda è scossa da un cambiamento epocale il cui destino, in questi giorni, si fa sempre più incerto: la Brexit? Ne abbiamo parlato con Fintan Hoey, professore associato di storia alla Franklin University di Sorengo e irlandese, dottore di ricerca dello University College di Dublino.     

Professor Hoey, come sta vivendo l’Irlanda questo periodo di incertezza?

È un momento molto difficile per l’Irlanda. Probabilmente, è la sfida più difficile che abbiamo dovuto affrontare negli ultimi 30 anni, dalla campagna di attentati dell’IRA. È una situazione che pone enormi problemi al Paese.

Quali sono i principali problemi?

La libertà di movimento e di commercio garantite dal fatto che Irlanda e Regno Unito siano entrambi parte dell’UE ha trasformato la frontiera tra Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord in un confine quasi invisibile. E questo è molto importante perché c’è una minoranza consistente di persone in Irlanda del Nord che non si sente britannica ma irlandese. Ora, in assenza di un confine, possono vivere da una parte e lavorare, farsi curare o andare a scuola dall’altra. Se ci fossero delle guardie al confine, invece, sarebbero subito percepite dalle comunità di frontiera come una manifestazione dello Stato britannico e una sua inaccettabile ingerenza.

Quali sarebbero le conseguenze?

Diventerebbero degli obiettivi. Successe già alcuni anni fa quando il governo di Belfast decise di installare al confine dei cartelli che recitavano semplicemente “Benvenuti in Irlanda del Nord”: furono divelti uno a uno. Ed erano solo cartelli. Un “hard border” richiederebbe di rimilitarizzare la zona per proteggere le guardie di confine. In generale, sarebbe un duro colpo agli accordi di pace del 1998.

E poi c’è la questione del commercio…

Esatto. Prendiamo l’esempio della Guinness, forse il prodotto irlandese più conosciuto: è fabbricata in Irlanda, ma la catena di distribuzione va da Nord a Sud dell’isola. O il latte, un altro importante prodotto d’esportazione irlandese: può essere prodotto in Irlanda, portato in Irlanda del Nord per essere lavorato e riportato in Irlanda per essere ulteriormente trattato ed esportato. Senza un accordo con l’UE sulla Brexit i controlli doganali sarebbero inevitabili, con importanti disagi per le catene di distribuzione e gravi ripercussioni anche per l’Irlanda.

È possibile che la sovranità del Regno Unito sull’Irlanda del Nord venga rimessa in discussione?

La possibilità è prevista dagli Accordi del Venerdì Santo: se la maggioranza del popolo dell’Irlanda del Nord vuole unirsi al resto dell’Irlanda lo Stato britannico non può impedirlo. Tuttavia, se me lo avesse chiesto prima della Brexit, le avrei detto di no: non è possibile che la sovranità di Londra venga messa in discussione. Ora, invece, siamo stati catapultati in una situazione molto più tumultuosa ed è molto difficile fare previsioni.

Che cosa è cambiato?  

Prima, gli accordi di pace, la buona cooperazione tra Dublino e Londra e il confine “soft” tra i due territori costituivano un buon compromesso che nessuno avrebbe voluto buttare all’aria. Anche quando la popolazione nazionalista irlandese (in minoranza) iniziava a crescere più velocemente degli unionisti britannici (in maggioranza) l’ipotesi di un’unificazione irlandese veniva scartata: non ce n’era bisogno. La Brexit, però, ha cambiato tutto. I leader politici a Dublino hanno iniziato a parlare di una possibile Irlanda unita. Non come qualcosa che debba succedere l’anno prossimo, ma come uno scenario molto più immaginabile.

Ci sono insomma irlandesi nazionalisti che sognano un’Irlanda unita.  

Ci sono, ma hanno molte facce. C’è chi pensa che l’unificazione dell’Irlanda sia un obiettivo molto importante e chi crede invece che sia un’aspirazione da soddisfare sul lungo periodo, ma che non sia una priorità. Questi ultimi rappresentano la corrente principale a livello politico.

Il 21 gennaio 1919 il Dáil Éireann, il parlamento rivoluzionario irlandese riunito a Dublino, dichiarava l'indipendenza del «popolo irlandese» da Londra. La piena autonomia sarebbe arrivata solo nel 1922, con la nascita dello Stato Libero d'Irlanda (poi Repubblica d'Irlanda). L'Irlanda del Nord, abitata in maggioranza da unionisti fedeli a Sua Maestà, non ne avrebbe fatto parte.       

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