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Le autorità locali tentano sempre di più di eliminare la tradizione del “chhaupadi” da municipalità e villaggi
KATMANDU - In Nepal ci sono i primi segnali di opposizione la tradizione del “chhaupadi”, che costringe le donne a rintanarsi in piccoli tuguri quando hanno il ciclo mestruale. Negli scorsi giorni una madre e due bambini sono morti soffocati dal fumo che aveva invaso la capanna e non si contano i decessi in tutto il paese himalayano.
Le autorità locali hanno finalmente incominciato ad agire: la distruzione delle capanne è diventata un requisito indispensabile se si vogliono ottenere sussidi statali. «Quando qualcuno viene nel mio ufficio» ha dichiarato al Guardian Janak Bhandari, presidente rionale del villaggio di Bhandari, nel distretto di Achham «per chiedere servizi governativi come assegni e facilitazioni, chiediamo se praticano il chhaupadi. Se dicono di sì, chiediamo loro di distruggere la capanna e ritornare per ottenere gli incentivi governativi».
Bhandari ha spiegato che nell'ultimo anno, grazie anche a questa strategia, c'è stato un calo del 20% delle donne che dormono nelle capanne. Nel distretto di Dadeldhura, invece, il sostegno economico viene negato a quelle famiglie che non mandano a scuola le figlie quando hanno il ciclo. «Questa cattiva pratica deve finire presto e ci stiamo lavorando» ha spiegato un portavoce locale.
La tradizione è molto radicata, specialmente nelle aree più arretrate: in molti credono ancora oggi che saranno puniti da Dio se le donne con le mestruazioni entrano in casa. Nella municipalità rurale di Ramaroshan è in corso un programma che tocca sia i diritti delle donne che l'aspetto religioso. La vicepresidente del consiglio comunale Saraswati Rawal ha spiegato al quotidiano britannico: «Stiamo costruendo un grande tempio all'interno del villaggio e abbiamo chiesto agli abitanti di tenere le proprie divinità con rispetto nel tempo e lasciare donne e ragazze in casa quando hanno il ciclo. Gli dèi saranno felici e le donne saranno al sicuro».
