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CITTÀ DEL VATICANOIn 50mila per l'Urbi et Orbi. Il Papa: «Siamo tutti fratelli»

25.12.18 - 13:21
Imponenti le misure di sicurezza in Piazza San Pietro, dove Papa Francesco ha tenuto la tradizionale benedizione di Natale
Keystone
In 50mila per l'Urbi et Orbi. Il Papa: «Siamo tutti fratelli»
Imponenti le misure di sicurezza in Piazza San Pietro, dove Papa Francesco ha tenuto la tradizionale benedizione di Natale

CITTÀ DEL VATICANO - Un messaggio di «fraternità», «accoglienza», «rispetto», «concordia» «tra persone di ogni nazione e cultura» e anche «di diverse religioni»: questo il messaggio di Natale di Papa Francesco, nella tradizionale benedizione dalla Loggia "Urbi et Orbi", alla città e al mondo. Un evento che si è svolto sotto imponenti misure di sicurezza e che ha visto la presenza, in piazza San Pietro, di 50 mila fedeli.

«Siamo tutti fratelli e questa verità sta alla base della visione cristiana». Senza fraternità «i nostri sforzi per un mondo più giusto hanno il fiato corto».

Un messaggio alla fraternità che è risuonato anche in Iraq, dove sta celebrando le festività di Natale il Segretario di Stato, cardinal Pietro Parolin. «Come individui e come comunità, cristiani e musulmani siamo chiamati a illuminare le oscurità della paura e del non-senso, dell'irresponsabilità e dell'odio con parole e atti di luce, gettando a piene mani semi di pace, di verità, di giustizia, di libertà e di amore», ha detto Parolin portando alla comunità cristiana e a tutti gli iracheni il saluto di Papa Francesco.

Oggi l'attenzione del pontefice si è focalizzata su tutte le aree del mondo che vivono in difficoltà a causa dei conflitti o per difficoltà sociali ed economiche. «Questo Natale ci faccia riscoprire i legami di fraternità che ci uniscono come esseri umani e legano tutti i popoli. Consenta a Israeliani e Palestinesi di riprendere il dialogo e intraprendere un cammino di pace che ponga fine a un conflitto che da più di settant'anni lacera la Terra scelta dal Signore per mostrare il suo volto d'amore», ha sottolineato.

Francesco ha ripercorso nel suo messaggio tutte le aree del pianeta in crisi, dall'«amata Siria» allo Yemen, dall'Africa ai Paesi dell'America Latina lacerati dai conflitti sociali e politici, come Venezuela e Nicaragua. Auspica un rafforzamento del cammino di riavvicinamento per le Coree. Un pensiero anche all'Ucraina: «Solo con la pace, rispettosa dei diritti di ogni nazione, il Paese può riprendersi dalle sofferenze subite e ristabilire condizioni di vita dignitose per i propri cittadini».

Nel giorno in cui si celebra Gesù Bambino il Papa ha pregato perché «protegga tutti i bambini della terra ed ogni persona fragile, indifesa e scartata». Infine un pensiero ai cristiani perseguitati, che vivono il Natale in «contesti ostili» e a tutti quei popoli che ha causa delle «colonizzazioni ideologiche, culturali ed economiche vedendo lacerata la loro libertà e la loro identità».

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