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STATI UNITIIl babysitter è nero, i bambini bianchi: una donna chiama la polizia

12.10.18 - 06:00
Un 27enne americano che gestisce un doposcuola si è sentito giudicato ingiustamente. Il suo live è diventato virale
Il babysitter è nero, i bambini bianchi: una donna chiama la polizia
Un 27enne americano che gestisce un doposcuola si è sentito giudicato ingiustamente. Il suo live è diventato virale

MARIETTA - È una disavventura che sta alimentando il dibattito sul “racial profiling” quella capitata a un babysitter della Georgia che è stato fermato, seguito fino a casa e segnalato alla polizia da una donna (bianca) che era insospettita dal fatto che lui fosse un uomo di colore e i bambini che erano con lui fossero bianchi.

I fatti sono avvenuti domenica, quando Corey Lewis stava tornando a casa con Addison, 10 anni, e a suo fratello Nicholas, 6, dopo che i tre avevano pranzato in un fast food di un centro commerciale di Marietta, in Georgia. Insospettita dalla situazione, la donna li ha seguiti nel parcheggio e ha chiesto a Lewis di parlare con la bambina più grande per chiederle se lo conoscesse. Il 27enne si è rifiutato di lasciarglielo fare ed è partito con i bambini sul sedile posteriore.

«È il 2018 e guardate che cosa mi tocca affrontare», ha commentato Lewis avviando un live su Facebook che è diventato virale. «Questa donna mi tormenta perché sono con due bambini che non hanno il mio stesso aspetto», ha continuato. Non contenta, la donna ha preso il suo numero di targa e l’ha seguito dapprima a una pompa di benzina e poi fino a casa sua, a cinque minuti di distanza, dove Lewis gestisce da alcuni anni il suo doposcuola, “Inspired by Lewis”.

Qui, il babysitter si è visto fermare anche da un agente di polizia, giunto su segnalazione della donna, che ha chiamato il 911 indicandolo come «un individuo sospetto». Nel live si sente il poliziotto chiedergli che cosa fosse successo e ascoltare la sua versione dei fatti, ovvero che c’era una donna che lo seguiva e lo importunava.

A quel punto, anche il poliziotto gli chiede di poter parlare con i bambini: «Per controllare che sia tutto a posto», gli spiega. Scesa dall’auto con il fratellino, la bimba più grande conferma all’agente che Lewis è il loro babysitter. Il poliziotto indaga ancora: «State bene?», le chiede. L’episodio, confermato dalla polizia, si è chiuso lì. Non è noto se la donna che ha segnalato Lewis sia stata identificata, sottolinea il New York Times.

A Lewis, tuttavia, è rimasto l’amaro in bocca perché si è sentito giudicato in base al suo aspetto ed è stato importunato mentre stava lavorando. Anche il padre dei due bambini è turbato dall’accaduto: «Ho chiesto (a Nicholas, ndr) se avesse capito cos’era successo e lui mi ha risposto: “Ehm, una signora strana ci seguiva perché il signor Lewis ha la pelle marrone e noi l’abbiamo rosa”», ha spiegato David Parker a Fox 5 Atlanta.

Come sottolinea il New York Times, questo è solo l’ultimo di una lunga serie di casi negli Stati Uniti di persone di colore segnalate alla polizia mentre svolgevano attività assolutamente legali. Abitualmente cosiderato una pratica della polizia, il fenomeno del “racial profiling” (“profilazione razziale”) - ovvero la valutazione di una persona e del livello di rischio che rappresenta in base alla sua appartenenza etnica - torna così a far discutere.

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COMMENTI
 

sedelin 5 anni fa su tio
il razzismo é vivo più che mai, ovunque. anche in ticino, italia, ecc ecc ecc..............................................................................
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