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SVEZIANobel per la chimica a Arnold, Smith e Winter

03.10.18 - 11:53
I tre scienziati sono stati premiati per aver condotto la prima evoluzione diretta di enzimi e per aver sviluppato la visualizzazione dei fagi
Nobel per la chimica a Arnold, Smith e Winter
I tre scienziati sono stati premiati per aver condotto la prima evoluzione diretta di enzimi e per aver sviluppato la visualizzazione dei fagi

STOCCOLMA - Gli strumenti per manipolare la natura in modo da ottenere biocarburanti, nuovi materiali e anticorpi ad alta precisione sono i protagonisti del Nobel per la Chimica 2018. Come è accaduto per il Nobel della fisica, anche in questo caso è stato premiato un campo di ricerca vicino ad applicazioni rivoluzionarie e anche questa volta il premio è andato a una donna, la quinta da quando il premio è stato istituito.

È anche un Nobel alla chimica verde, quello assegnato oggi agli americani Frances H. Arnold e George P. Smith e al britannico Sir Gregory P. Winter. Alla prima - dottore honoris causa al politecnico federale di Zurigo (ETH) - spetta la metà del premio, mentre Smith e Winter dividono la seconda metà. Le tecniche nate dalle loro ricerche sono utilizzate in tutto il mondo.

Arnold, 62 anni, oggi insegna Ingegneria chimica, bioingegneria e biochimica nel California Institute of Technology (Caltech) e le ricerche che l'hanno portata al Nobel sono cominciate negli anni '70, quando studiava nell'università della California a Berkeley. Allora era impegnata nelle ricerche sulle tecnologie per l'energia solare e, lungo questa strada, decise di concentrare l'attenzione sugli enzimi, ossia sugli strumenti che l'evoluzione utilizza naturalmente per guidare e modificare la vita sulla Terra. Negli anni successivi le sue ricerche hanno dimostrato la possibilità di controllare e manipolare questi strumenti della natura. Grazie a quelle tecniche, oggi gli enzimi sono largamente utilizzati nella produzione di biocarburanti e farmaci, dagli anticorpi ad alcuni antitumorali.

Smith, 71 anni, oggi è professore emerito dell'università del Missouri e ha condotto parte delle sue ricerche anche nell'università di Harvard e in quella di Cambridge, nel Massachusetts. Studiando i batteriofagi, ossia i virus che infettano i batteri, è riuscito a trasformandoli in fabbriche di proteine. La tecnica, chiamata 'phage display', ha permesso di ottenere un grande numero di proteine, come enzimi e anticorpi da utilizzare nelle biotecnologie, per ottenere farmaci, e nelle nanotecnologie, ad esempio per manipolare metalli e costruire minuscoli circuiti.

Winter, che oggi ha 67 anni ed è professore emerito del Laboratorio di Biologia Molecolare del Medical Research Council (Mrc) a Cambridge, ha utilizzato la tecnica del 'phage display' per controllare l'evoluzione degli anticorpi, in modo da ritagliarli 'su misura' per svolgere determinate funzioni. Grazie a questa tecnica nel 2002 ha ottenuto il primo anticorpo, chiamato adalimumab, e approvato per la terapia dell'artrite reumatoide, la psoriasi e malattie infiammatorie. È stato il primo di una serie di nuovi farmaci, oggi utilizzati contro molti bersagli, dalle tossine ai tumori, alle malattie autoimmuni.

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