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ITALIATerrorizzati dal compagno violento: in 14 non vanno a scuola

20.09.18 - 06:00
Clamoroso gesto di protesta degli allievi di quarta elementare di un paese in provincia di Lecco: il loro compagno ha picchiato loro ma anche insegnanti e bidelli
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Terrorizzati dal compagno violento: in 14 non vanno a scuola
Clamoroso gesto di protesta degli allievi di quarta elementare di un paese in provincia di Lecco: il loro compagno ha picchiato loro ma anche insegnanti e bidelli

MERATE - Una storia dove tutti sono vittime, quella raccontata dal Corriere della Sera e ambientata nella Brianza lecchese. Un bambino di 10 anni con gravi disturbi del comportamento, particolarmente violento e aggressivo, ha picchiato e in alcuni casi ferito molti dei suoi compagni ma anche insegnanti e bidelli. Le aggressioni da parte del bambino sarebbero ripetute e violente, tanto che un pochi giorni fa una maestra è finita al pronto soccorso. 

L'inizio del nuovo anno scolastico ha riproposto i problemi di sempre e ha portato i genitori dei compagni di classe a prendere una decisione radicale: una sorta di sciopero. Martedì e mercoledì ben 14 banchi sono rimasti vuoti e in classe si sono presentati solamente il protagonista di questa storia e altri due bambini. Nel frattempo i genitori che hanno deciso che la situazione era diventata insostenibile si sono riuniti per cercare di trovare una soluzione. Da una parte c'è la legittima preoccupazione per i propri figli, dall'altra il desiderio di non discriminare il compagno problematico - seguito dai servizi sociali, dalla tutela dei minori e che, privo di una conclamata patologia, avrebbe anche un quoziente intellettivo decisamente alto.

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Le famiglie hanno diramato un comunicato stampa nel quale spiegano le ragioni della drastica protesta: «Abbiamo deciso di non mandare i nostri figli a scuola in quanto sono impossibilitati a seguire il regolare svolgimento delle lezioni a causa di un ambiente insicuro, che non garantisce la loro incolumità. Più volte abbiamo fatto presente la gravità della situazione ai responsabili preposti, tramite lettere, incontri, richieste, ma senza aver avuto un’idonea ed adeguata soluzione». 

Le istituzioni scolastiche e quelle comunali sono al lavoro. «Non dormo da settimane per quanto sta accadendo» ha dichiarato il sindaco del paese. «Abbiamo davvero tentato tutte le strade possibili, ma è difficile trovare una soluzione, anche perché le ragioni in questa delicata vicenda non stanno da una sola parte. Ha ragione la madre del bambino quando mi dice che anche suo figlio ha il diritto di andare a scuola come tutti. Hanno ragione i genitori degli altri alunni, che hanno paura tutte le volte in cui i loro figli varcano la porta della scuola. In istituto è presente un educatore, ma non riusciamo a trovare un insegnante di sostegno che voglia farsi carico del caso. L’ultimo ha rimesso l’incarico dopo essere stato pochi minuti con l’alunno».

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