L'Alto commissariato delle Nazioni Unite sottolinea come i numeri siano in incremento e l'emergenza si sia spostata in Spagna
MADRID - L' Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha denunciato che nei soli mesi di giugno e luglio sono state 850 le persone morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, che sta diventando «il tratto di mare più letale del mondo».
L'organizzazione ha inoltre rilevato come a fronte di una diminuzione, rispetto agli anni precedenti, del numero totale di migranti che approdano sulle coste europee «il numero dei morti aumenta in maniera allarmante».
Secondo i dati dell'Unhcr, nei primi sette mesi dell'anno, sono stati circa 60 mila i migranti che hanno tentato di arrivare via mare (la metà dell'anno scorso), di questi 1'500 hanno perso la vita nel Mediterraneo. In particolare a giugno e luglio la percentuale dei morti è stata di una persona su 31, contro l'uno su 49 del 2017.
È la Spagna a vivere ora l'emergenza migranti. Lo sottolinea l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati che rimarca come, mentre negli anni scorsi era l'Italia la meta del maggior numero di arrivi, ora la principale destinazione degli sbarchi è divenuta la Spagna con 23.500 persone arrivate via mare dall'inizio dell'anno, contro le 18.500 dell'Italia e le 16 mila della Grecia.
Secondo l'Unhcr il 13,5% di tutti i nuovi arrivi via mare in Europa è rappresentato da siriani a dimostrare «la disperazione di queste persone che stanno vivendo la più grave crisi di profughi al mondo».