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IRLANDAIl Papa parlerà di pedofilia durante la visita di agosto?

22.07.18 - 15:21
L'arcivescovo Martin ha affermato che è importante che Francesco non la affronti come parte della storia della Chiesa ma come parte del presente perché le ferite ci sono tuttora
Archivio Keystone
Il Papa parlerà di pedofilia durante la visita di agosto?
L'arcivescovo Martin ha affermato che è importante che Francesco non la affronti come parte della storia della Chiesa ma come parte del presente perché le ferite ci sono tuttora

DUBLINO - Papa Francesco, nella sua visita in Irlanda il 25 e 26 agosto per l'incontro mondiale delle famiglie, potrebbe affrontare anche la questione della pedofilia da parte del clero che nei decenni passati ha investito la Chiesa irlandese. Lo ha detto l'arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, secondo quanto riferisce la stampa locale rilanciando una lunga intervista a Rte.

Parlando della pedofilia, l'arcivescovo Martin ha affermato che è importante che Papa Francesco non la affronti come parte della storia della Chiesa ma come parte del presente perché le ferite ci sono tuttora e ne stanno emergendo delle nuove. L'arcivescovo Martin ha aggiunto che se gli fosse stato chiesto due anni fa, avrebbe parlato solo di abusi da parte del clero. Ma ora, ha argomentato, ci sono tutta una serie di altre realtà, come case religiose tenute da suore, in cui l'abuso sta emergendo come «una triste dimensione del modo in cui la Chiesa si è sviluppata».

Alla domanda sulla reazione del Papa ai referendum sui matrimoni gay e sull'aborto in Irlanda, il vescovo di Dublino ha risposto che Papa Francesco non è mai stato coinvolto, ma c'è stata sorpresa nei numeri che hanno votato a favore delle proposte.

Sulla protesta "Say Nope to the Pope", che ha bloccato i biglietti per gli eventi, mons. Martin ha detto che tutti hanno il diritto di protestare, ma l'avere impedito a qualcuno che voleva davvero partecipare "non era la strada da percorrere".

Infine mons. Martin ritiene che la frase della Chiesa cattolica «intrinsecamente disordinata» per descrivere l'omosessualità non è stata una espressione felice ed occorre «liberarsi da un linguaggio offensivo».

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