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REGNO UNITOBrexit: May sceglie Raab al posto di Davis

09.07.18 - 11:48
L'ex ministro per la Brexit accusava la premier britannica di aver concesso troppo all'UE
Brexit: May sceglie Raab al posto di Davis
L'ex ministro per la Brexit accusava la premier britannica di aver concesso troppo all'UE

LONDRA - Un altro 'brexiteer' al ministero per la Brexit. È Dominic Raab, 44 anni, finora viceministro della Giustizia e in passato elemento di punta nel fronte pro-Leave durante la campagna referendaria del 2016, l'uomo scelto da Theresa May per rimpiazzare David Davis.

Davis si è fatto da parte in aperta polemica con la "svolta" negoziale più soft con Bruxelles annunciata dalla premier conservatrice britannica.

Se il 69enne Davis era un veterano, Raab rappresenta la leva dei giovani leoni Tory. La sua scelta è interpretata come un tentativo della May di salvare - attraverso l'ennesimo mini rimpasto - la propria poltrona e i sempre più fragili equilibri interni al governo e al Partito Conservatore, diviso tra 'falchi' euroscettici e 'moderati'.

Davis, nella sua lettera di dimissioni diffusa nella notte e nelle dichiarazioni successive, ha esplicitamente preso le distanze dalla nuova piattaforma negoziale fissata dalla premier venerdì scorso di fronte al consiglio dei ministri, accusandola di aver «concesso troppo e troppo facilmente» a Bruxelles, senza neppure la garanzia di non dover accettare «ulteriori concessioni».

Si è inoltre detto convinto che il rispetto della promessa di portare la Gran Bretagna fuori dal mercato unico e dall'unione doganale - oltre che dall'Ue - sia «sempre meno probabile», pur aggiungendo di «sperare» di sbagliarsi, ribadendo la sua lealtà al governo e negando di voler sfidare la leadership di May nel partito.

La premier da parte sua ha risposto ringraziando il ministro uscente e rendendogli omaggio per il lavoro svolto, ma dichiarandosi «in disaccordo con la sua caratterizzazione» della nuova linea negoziale britannica. Una linea che al contrario, secondo la premier, conferma l'impegno per l'uscita del Regno dall'Ue "dal 29 marzo 2019" e anche quello di «lasciare il mercato unico e l'unione doganale, ma puntando a una nuova partnership speciale» con i 27.

L'UE: «Continueremo i negoziati con May» - «Non abbiamo commenti specifici» sulle dimissioni del responsabile britannico per la Brexit David Davis, ma «continueremo a negoziare in 'bona fide' con la premier Theresa May per raggiungere un accordo». Così il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas, rendendo noto che il presidente Jean-Claude Juncker ha già avuto ieri una conversazione telefonica con la May.

La telefonata tra Juncker e May è avvenuta ieri alle 17.00, ha riferito il portavoce. La Commissione Ue, ha quindi ricordato, «è disponibile a lavorare 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, inclusa l'estate, perché i tempi siano rispettati».

Al momento il capo negoziatore Ue Michel Barnier è negli Usa come previsto dai suoi impegni, ma sarà disponile già «dalla prossima settimana» al suo ritorno. In ogni caso, ha ribadito Bruxelles, dopo quanto emerso dalla riunione di venerdì a Chequers, «accogliamo con favore il fatto che la Gran Bretagna stia avendo una discussione approfondita sul futuro processo» delle relazioni con l'Ue.

Nuovo round di negoziati la settimana prossima - La prossima settimana ci sarà un nuovo round di negoziati sulla Brexit a Bruxelles. Gli incontri erano già previsti a livello tecnico, riferiscono fonti Ue, ma ora è verosimile che ci sia un ‘upgrade’ a livello politico, dopo la presentazione attesa per giovedì del White Paper e la nomina del nuovo caponegoziatore britannico al posto di David Davis.

«Quel che è importante per noi è il quadro negoziale che i 27 hanno stabilito» per la Brexit. Così il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas a chi gli chiedeva un giudizio di Bruxelles sul nuovo caponegoziatore britannico Dominic Raab che prenderà il posto del dimissionario David Davis.

«Ora il prossimo passo logico è che ci venga presentato il White Paper in modo che possiamo vederlo e analizzarlo», ma questo, se sarà giovedì o meno, «spetta al governo di Sua Maestà» deciderlo, ha aggiunto il portavoce.

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