Dopo l'annullamento dell'amichevole con l'Argentina, il governo mette i puntini sulle i per quanto riguarda la manifestazione canora
TEL AVIV - Il giorno dopo la cancellazione da parte dell'Argentina dell'amichevole di calcio con Israele, la ministra dello sport e della cultura Miri Regev ha minacciato di ritirare lo Stato ebraico come Paese ospitante del prossimo Eurovision Song Contest se la competizione non si svolgerà a Gerusalemme per «considerazioni politiche».
«Raccomanderò al governo - ha detto alla radio Regev, che i palestinesi considerano responsabile dello spostamento "politico" da Haifa a Gerusalemme della partita di calcio - che se la gara musicale non si svolgerà a Gerusalemme, allora sarà giusto non ospitarla».
La ministra ha spiegato che la gara «avrà un costo di 50 milioni di shekel (circa 12 milioni di euro) e ha lo scopo di lanciare sul mercato il Paese. Per questo dico a titolo personale che se l'Eurovision non si terrà a Gerusalemme, non è giusto investire quella somma di fondi pubblici». «Israele - ha concluso - ha una capitale che si chiama Gerusalemme e di questo non si deve vergognare».