A sostenerlo è la premier britannica. Anche gli Usa la pensano così
LONDRA - Theresa May accusa la Siria, "sostenuta dai russi", di cercare di "nascondere" le prove dell'attacco chimico a Duma, in un rapporto alla Camera dei Comuni volto a giustificare i raid. Attacco rispetto al quale la premier britannica ha insistito di considerare "altamente probabile" la responsabilità del regime siriano sulla base di "una significativa mole di informazioni, provenienti da fonti aperte e d'intelligence". May ha inoltre accusato la Russia di aver bloccato la via diplomatica con i suoi veti all'Onu.
La premier britannica ha peraltro difeso la legittimità dell'attacco sulla Siria dei giorni scorsi, definendolo "necessario e proporzionato" e richiamando esplicitamente le stesse giustificazioni usate dall'allora premier laburista Tony Blair per i bombardamenti sulla Serbia all'epoca della crisi nel Kosovo.
May ha rivendicato la responsabilità di aver agito senza attendere l'indagine Opac e senza far votare il Parlamento anche per la natura "limitata" dell'intervento, estraneo all'obiettivo di "cambiare il regime".
Gli Usa sono d'accordo - I russi potrebbe aver visitato l'area dell'attacco a Duma e il nostro timore è che potrebbero aver alterato l'area con l'intento di fermare gli sforzi degli investigatori dell'Opac di condurre un'indagine efficace. Lo afferma - secondo quanto riportano i media americani - l'ambasciatore americano Kenneth Ward nel corso di un incontro a L'Aia.
L'Opac deve entrare a Duma senza restrizioni - "Armi chimiche sono state usate contro uomini, donne e bambini a Duma. Le notizie sul fatto che gli ispettori dell'Opac hanno bisogno di un pass speciale dell'Onu sono completamente false. La Siria e la Russia devono fermare la campagna di disinformazione e consentire l'accesso senza restrizioni alle aree dell'attacco". Lo afferma la portavoce del Dipartimento di Stato Usa Heather Nauert.