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ITALIA40 anni dal rapimento Moro, Gentiloni: «Il più grave attacco alla Repubblica»

16.03.18 - 09:59
Una cerimonia si è svolta stamattina in via Mario Fani a Roma
Keystone
40 anni dal rapimento Moro, Gentiloni: «Il più grave attacco alla Repubblica»
Una cerimonia si è svolta stamattina in via Mario Fani a Roma

ROMA - «Moro. Una mattina di 40 anni fa il più grave attacco alla Repubblica. L'Italia rende omaggio a un grande leader politico, ai carabinieri Leonardi e Ricci e agli agenti di Polizia Iozzino Rivera e Zizzi». Così su Twitter il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni nel 40esimo anniversario del rapimento di Aldo Moro, nel corso del quale vennero uccisi i 5 uomini della scorta.

E una cerimonia si è svolta stamattina in via Mario Fani a Roma in occasione dell'anniversario.

Diversi i rappresentanti istituzionali presenti: dal capo dello Stato Sergio Mattarella al capo polizia Franco Gabrielli, dalla sindaca di Roma Virginia Raggi al presidente della Regione Nicola Zingaretti, fino alla presidente della Camera Laura Boldrini. Sul posto molti rappresentanti delle forze dell'ordine.

Applauso alla scoperta della lapide davanti alla quale il presidente Mattarella ha deposto una corona dai colori bianco rosso e verde.

Le parole del sindaco Raggi - «Inauguriamo oggi il giardino e il memoriale ai martiri di via Fani perché la memoria per noi è fondamentale. Il Comune di Roma non solo vuole rendere omaggio ma vuole ricostruire uno spirito di comunità che si deve fare anche celebrando momenti molto importanti come questo. Io sono cresciuta con il pensiero di essere nata nell'anno di Moro, uno spartiacque». Così la sindaca di Roma Virginia Raggi durante le cerimonie per i 40 anni del rapimento del leader politico Aldo Moro.

«Quel giorno ha segnato un confine tra quello che sembrava impossibile e quello che è stato possibile. Ci sono dei momenti che non si devono ripetere ma per questo è necessario non dimenticare», ha spiegato la sindaca. Che ha «ringraziato soprattutto le forze dell'ordine che ogni giorno in silenzio fanno il loro lavoro perché sono uomini di Stato».

«Il 21 febbraio quella targa è stata barbaramente vilipesa. Non possiamo accettare che qualcuno offenda il nome di quelle persone e delle forze dell'ordine», ha aggiunto Raggi ricordando il recente episodio in cui la lapide commemorativa fu imbrattata con la scritta "morte alle guardie".


 
 

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