Il rapporto rileva la loro responsabilità nel 65% dei casi
KABUL - I talebani hanno respinto oggi le statistiche contenute in un Rapporto dell'Onu sulle vittime civili in Afghanistan in cui viene addossata loro la responsabilità del 65% di esse. Lo riferisce oggi l'agenzia di stampa Pajhwok.
Nel rapporto presentato ieri a Kabul dalla Missione delle Nazioni Unite di assistenza all'Afghanistan (Unama) si sostiene che le vittime causate dal conflitto sono state nel 2017 10.453, di cui 3.438 morti e 7.015 feriti. Si tratta comunque di un 9% in meno rispetto al 2016.
Quasi due terzi (il 65%) delle vittime, si legge nel rapporto, sono responsabilità delle forze antigovernative. E in particolare circa il 42% riguarda i talebani, il 10% l'Isis-Khorasan (Pakistan e Afghanistan) e il 13% altre forze antigovernative non determinate.
Ma l'Emirato islamico dell'Afghanistan (nome con cui si riconoscono i talebani) ha diffuso oggi un comunicato in cui si afferma che «nonostante i loro evidenti crimini, attribuire agli Usa solo il 2% delle vittime e il 13% alle forze di sicurezza afghane prova che l'Unama come al solito pratica la propaganda dell'inganno nascondendo i fatti e che sostiene gli Stati Uniti e le forze afghane».
Questi rapporti sono usati come strumento di propaganda contro i talebani, si dice infine, «mentre i fattori reali della tragedia dell'Afghanistan sono le forze straniere che hanno bombardato il Paese negli ultimi 17 anni e hanno ucciso la gente, e che vengono definiti innocenti».